BIANCOSPINO
Famiglia: Rosaceae
Nome
botanico: Crataegus monogyna
Nome
Volgare: Biancospino.
Descrizione: alberello, o più spesso arbusto, che può raggiungere
una altezza massima di 5- 10 metri. La chioma è irregolarmente globosa,
allungata. Il tronco è sinuoso, molto ramoso; rami con spine di 2 cm; ramuli
rossastri; corteccia: bruno-aranciata. Fogliame deciduo; foglie semplici,
ovali, profondamente lobate, di 4-8 cm, per lo più a 2-4 lobi laterali; margine
grossolanamente doppiamente dentato; nervature incurvate verso l’esterno.
Infiorescenze in corimbi contenenti 15-20
fiori; calice a 5 sepali, corolla a 5 petali bianchi, concavi e rotondeggianti,
stami 20 ad antere rosate; stilo 1 e ovario infero, profumati. Fioritura da
aprile a maggio.
I frutti sono dei pomi di circa 1 cm,
rossi, contenente un seme.
Etimologia:
Il nome del genere deriva dal greco
"Kratos” ovvero “forza” in riferimento alla robustezza del legno.
Il
termine “monogyna”, deriva anch’esso dal
greco e significa “un solo stilo”, in riferimento al fiore provvisto di un solo
ovario e che produrrà un frutto con un solo seme.
Curiosità
Ampiamente diffuso in Europa, il biancospino lo si trova in genere ai margini delle
strade, nelle siepi e nei boschi. Il suo portamento è più simile a un arbusto
che a un albero e per tale motivo era anticamente usato come essenza da siepe:
la presenza delle spine e l’intreccio dei suoi rami lo rendevano
particolarmente adatto alla creazione di una barriera impenetrabile.
E’
una specie molto longeva (raggiunge i 500 anni), eliofila, rustica, adattabile
a qualsiasi condizione climatica e di terreno.
Il
legno è rosso-giallastro, duro, difficile da stagionare e da lavorare. Le
ridotte dimensioni lo rendono adatto per piccoli oggetti e come combustibile.
Sebbene
i frutti siano eduli, la scarsezza della polpa non li rendono consumabili come
frutta fresca, ma utilizzabili per la preparazione di marmellate e confetture.
Fiori,
frutti e corteccia, contengono alcaloidi chimicamente affini alla digitalina.
In erboristeria viene utilizzato come vasodilatatore coronarico, come
cardiotonico, come sedativo del sistema nervoso. Diminuendo la frequenza
cardiaca è indicato nei casi di angina pectoris, in alcuni tipi di aritmie e
nell’ipertensione arteriosa. I fiori hanno anche una leggera azione ansiolitica
e possono quindi essere usati nei trattamenti contro l’insonnia.
Molto
simile a Crataegus monogyna è Crataegus oxyacantha, specie anch’essa
assai diffusa in Italia. Si differenzia per le foglie meno profondamente
lobate, per i fiori con 2 o 3 stili e per i frutti contenenti 2 o 3 semi.
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