venerdì 25 dicembre 2009

L'ULTIMO REGALO

Oggi è la vigilia e manca ancora un'ultimo regalo. Questo è per voi che per errore o per interesse siete capitati in questo mio blog. Vi voglio regalare la serenità e lo stupore del Natale. La serenità per vedere qualcosa di positivo anche nelle sciagure e nelle umane disgrazie, lo stupore per meravigliarvi di ogni cosa, per emozionarvi nel leggere una poesia dimenticata, nell'ascoltare una canzone o nel vedere la germinazione di un seme.
Osservate come l'inverno più gelido è in grado di provocare gravissimi danni, come scivolamenti, incidenti stradali, scoppio di tubature, tuttavia è necessario per far germinare i semi. Senza l'inverno non potrete gustarvi la primavera. Vedete quindi ogni cosa in positivo, nonostante tutto !
Tra poco, andrete a cena e io andrò a gustarmi i miei "bisgon" ovvero i tipici tortelli di zucca mantovani (fatti con zucca, mostarda di mele e talvolta amaretti).
Auguri !
Vi lascio con una canzone natalizia del danese Carl Nielsen "Mit Hjerte Altid Vankern" e...



... la tavola imbandita della signora Maura, una vera esperta in questo genere di cose.

P.S. Purtoppo ho dovuto eseguire una procedura pazzesca per inserire le foto nel mio blog usando la connessione di casa. Ho utilizzato flick poichè non sono riuscito in alcun modo a caricare le foto.


Tavole Natalizie
Inserito originariamente da desmodium



Tavole Natalizie
Inserito originariamente da desmodium



Tavole Natalizie
Inserito originariamente da desmodium

sabato 19 dicembre 2009

MISTERO ?

Mistero è la trasmissione, figlia segreta di Voyager, condotta da Ruggeri. Nella puntata di venerdì 18 dicembre 2009 vanno a caccia di fantasmi (e una volta tanto qua non c'entrano gli allieni, loro vero chiodo fisso !).
La caccia avviene nel castello di Groppello, in provincia di Piacenza.
Ascoltate, guardate il video, rabbrividite e...ridete. Per me è stata la puntata più spassosa che abbia mai guardato...e ora ecco a voi i tre spezzoni.







Ora che l'ho avete visto vi dico io cosa sono realmente quei pallini che si vedono muoversi: sono artifizi tecnici che compaiono quando scattate foto in un ambiente umido. Nelle foto scattate da mia madre nelle grotte di Castellana compaiono numerosi, dovrei dedurne che nelle grotte vi sono numerosi fantasmi ?

giovedì 17 dicembre 2009

REGALI VIRTUALI (5)

Eccoci ancora qui per l'ultimo dei miei regali virtuali.

Oggi tocca a Sergio riceverli e vi assicuro che il regalo virtuale scelto è molto particolare e originale.

Sergio è un giovane professore (non è colpa mia se i miei amici sono tutti insegnanti !), insegna francese, è un ferrarista convinto e ama molto un fumetto italiano. Quale ? É Zagor !

Il mio regalo è la possibilità di fare il remake di un film con Zagor (di la verità, pensavi che nessuno avesse fatto un film con questo famoso personaggio, non è vero ?!). Il film si intitola Zagor kara korsan'in hazineleri ovvero "Zagor e l'oro del pirata nero". É degli anni '70 ed è un film turco. Ti dò la possibilità di rigirarlo. Naturalmente tu vestirai i panni di Zagor mentre Isabella sarà la madamigella da salvare da qualche malvagio personaggio, magari imprigionata su isola infestata da coccodrilli e squali. Io, Elena, Matteo e Saba, una volta tanto, faremo i cattivoni (e già mi immagino la Elena e la Saba in questa parte). Spero che ti piaccia questo regalo un pò bizzarro anche perché la ferrari virtuale costava troppo ! Scordati però che io faccia la parte di Cico. Quindi, Ciak si gira ! Per tutti i tamburi di Darkwood!... Aayaaak...

Per darti un piccolo aiuto eccoti alcune scene del film da reinterpretare...



mercoledì 16 dicembre 2009

SULL'HAIKU

"Avete il diritto, suggerisce l'haiku, d'esser futile, breve, ordinario; racchiudere ciò che vedete, ciò che sentite, in un minimo orizzonte di parole: avete il diritto di fondare voi stessi ciò che vi sembra ragguardevole; la vostra frase enuncerà una morale, produrrà un simbolo, voi sarete profondi; con minimo dispendio, la vostra scrittura sarà piena" (Roland Barthes - L'impero dei segni)

É proprio questa
la mia ultima dimora,
cinque piedi di neve ?

Issa (1762-1826)

martedì 15 dicembre 2009

REGALI VIRTUALI (4)

Continuo a fare regali virtuali...e ora è il turno di Isabella.

Isabella è una giovane professoressa di matematica e fisica. A quanto ne so gli piace l'antiquariato e adora le rose. Per lei ho scelto questo libro.


Cosa succede se si somministra a un elefante una potentissima dose di Lsd? Davvero gli uomini preferiscono le donne difficili da conquistare? Perché non riusciamo a farci il solletico da soli? Se cadessimo in un pozzo, il nostro cane verrebbe a salvarci? Non sempre la scienza si occupa di questioni capitali. Nel corso degli anni, decine di ricercatori hanno cercato di rispondere a interrogativi a dir poco bizzarri, che Alex Boese ha raccolto in un libro singolare, a volte inquietante e spesso genuinamente spassoso. Un'opera che descrive esperimenti condotti con metodo rigorosamente scientifico ma ben lontani dal mutare le sorti dell'umanità. Uno sguardo diverso sulla scienza e sui suoi protagonisti: persone che si chiedono il perché delle cose, anche se spesso sono le uniche a farlo, e per darsi una risposta fanno cose apparentemente assurde come stare fermi in auto davanti a un semaforo verde, costruire stadi per scarafaggi corridori o contare i peli pubici dei loro colleghi. Il tutto, ovviamente, per il bene della scienza.

Lo so Isabella !!! Vorresti fare provare ai tuoi studenti la caduta dei gravi di Galileo ! Ricordati che non li puoi buttare dalla torre di Pisa ! Proprio non si puo !!!

giovedì 10 dicembre 2009

REGALI VIRTUALI (3)

a Elena

Come c'era da immaginarsi, Elena ha già letto numerosi libri ed è quindi difficile trovare qualche racconto che non sia passato per le sue letture (D'altronde insegna lettere, mica matematica !).
E così dopo aver scartato alcuni libri come "La mia banda suona il porn" (spero che non sia il suo genere) o come "La parrucca di Hoffmann e il caso dell'omicidio musicale a Berlino" o come "Corso per arpa celtica" ho deciso di regalarle virtualmente qualcosa di diverso: una bambola Daruma.


Le bambole Daruma raffigurano il primo monaco buddista in Giappone, senza mani piedi. Esse sono di solito di colore rosso e senza occhi. Per poterle utilizzare bisogna esprimere un desiderio e dipingere un occhio. Quando questo si avvererà allora si potrà dipingere anche l'altro. In Giappone vi è una festa in suo onore e molti templi li vendono con il loro nome stampigliato sotto.
La bambola Daruma non cade mai, neppure se spinto di lato.
Una volta che si sono dipinti tutte e due gli occhi, il Daruma va bruciato e ciò di solito avviene nell'ultimo giorno dell'anno. Si utilizza un Daruma per volta. Quando si vuole avere un'altro Daruma bisogna bruciare il precedente.
Quindi che aspetti ? Stampa il Daruma, fagli un occhio nero ed esprimi un desiderio !!!

REGALI VIRTUALI (2)

A Elena

Com'era da prevedersi Elena ha già letto il mio libro virtuale che ho regalato e di conseguenza lo cambio con questo che, ne sono quasi sicuro, non ha letto (almeno spero !).



Descrizione: Spesso ci riferiamo alla musica, indipendentemente dal genere, come una cosa piacevole, sia da ascoltare, sia da eseguire. Ci dimentichiamo però che per alcune persone può essere un vero e proprio incubo come il caso di quella signora che non riesce a distinguere la tonalità delle note o come quel signore che non riesce a smettere di eseguire nella propria mente il motivetto ascoltato alla radio.
Il libro esplora la «straordinaria forza neurale» della musica e i suoi nessi con le funzioni e disfunzioni del cervello. Allucinazioni sonore, amusia, disarmonia, musicolessia: da quali inceppi nella connessione a due vie fra sensi e cervello sono causate? Come sempre l’indagine su ciò che è anomalo getta luce su fenomeni di segno opposto: l’orecchio assoluto, la memoria fonografica di alcuni, l’intelligenza musicale in generale e soprattutto l’amore per la musica – un amore che può divampare all’improvviso, come nel memorabile caso del medico che, colpito da un fulmine, nei mesi successivi alla tremenda scossa viene assalito da un «insaziabile desiderio di ascoltare musica per pianoforte». Grazie alle vive testimonianze dei pazienti di Sacks ci troviamo così a riconsiderare in una nuova prospettiva appassionanti interrogativi e assistiamo ai successi della musicoterapia su formidabili banchi di prova quali l’autismo, il Parkinson, la demenza. Dai misteriosi sogni musicali che ispirarono Berlioz, Wagner e Stravinskij, alla possibile amusia di Nabokov, alla riscoperta dell’«enorme ma spesso trascurata importanza di avere due orecchie»: ogni storia cui Sacks dà voce illumina uno dei molti modi in cui musica, emozione, memoria e identità si intrecciano, e ci definiscono.


A Saba

Saba è una giovane professoressa di matematica e di fisica. Suona pianoforte e canta in un coro. Lei dice che canta e suona malissimo. Non ci credete ! Anche se non la conosco ancora bene so che in estate leggeva i gialli alla Agatha Christie. Ecco quindi per lei un libro che ha il sapore del giallo in cui tutta la verità verrà a galla solamente negli ultimi capitoli.


DESCRIZIONE: Margaret Lea è una giovane libraia antiquaria che negli anni trascorsi con il padre tra pagine immortali e volumi sepolti dall'oblio, ha coltivato una quieta passione per le biografie letterarie in cui di tanto in tanto si cimenta. La sua prevedibile esistenza viene sconvolta un giorno da una lettera tanto enigmatica quanto perentoria: "L'ora è giunta. Venga lunedì con il treno delle quattro e mezzo. Manderò una macchina a prenderla alla stazione di Harrogate. Vida Winter". È questo l'invito con cui Vida Winter, sfuggente e carismatica scrittrice alla fine dei suoi giorni, informa Margaret della sua investitura a propria biografa ufficiale. Dopo mille esitazioni - perché proprio lei? sarà all'altezza delle aspettative di una delle più grandi scrittrici viventi? - la giovane parte alla volta dell'isolata magione dell'anziana autrice. Superate non solo le proprie resistenze ma anche le spigolosità della sua difficile interlocutrice, Margaret si accinge finalmente all'opera, rimanendo immediatamente stregata dalle vicende della famiglia Angelfield e dalla sorte di un misterioso racconto che Vida Winter non ha mai voluto pubblicare... La tredicesima storia dipana così davanti agli occhi del lettore non solo il tempestoso trascorrere di esistenze avvolte dal segreto, ma anche la complessa, intensissima amicizia tra due donne di differenti generazioni che, dietro la magica finzione del narrare, troveranno l'una nell'altra verità su se stesse a cui mai sarebbero potute arrivare da sole.

mercoledì 9 dicembre 2009

REGALI VIRTUALI (1)

A Natale, si sa, tutti fanno regali e anch'io ho deciso di farli. Purtroppo però le mie scarse finanze non mi permettono di fare dei reali regali ma solo virtuali. Ecco qui i miei doni ad alcuni miei amici. Con la speranza che gradiscano. Di bello hanno ... che si possono sempre cambiare !

A Matteo.
Matteo è un giovane ingegnere e professore universitario di Scienze dei Materiali, brillante e dinamico, colto e raffinato, si sposta per l'intero mondo per tenere conferenze, convegni e seminari.
Per lui regalo un libro virtuale.

Descrizione: Da dove vengono gli oggetti? L'autore, sociologo americano, spiega la sinergia improvvisa tra i diversi fattori, economici, tecnici, culturali e istituzionali, che concorrono a dar vita a un prodotto e a determinarne il successo. I cavatappi, le caffettiere, i giocattoli, le automobili o le vasche da bagno sono analizzati con l'intento di capire come i desideri delle persone contribuiscano a far diventare le cose quello che sono. Per renderci consapevoli del fatto che un tostapane racconta molto più di quanto pensiamo sul nostro mondo e sul nostro stile di vita.


A Elena

Elena è la dolce metà di Matteo, erudita in diverse discipline, insegna lettere alle superiore e all'occorrenza anche latino. É musicologa nei fatti e suona piano e arpa.
Essendo una grande lettrice anche per lei regalerei un libro virtuale.


Descrizione: "Questo non è un libro per musicisti o per non-musicisti, è piuttosto un libro per le menti curiose di scoprire le corrispondenze fra musica e vita, e la saggezza che diventa comprensibile all'orecchio pensante. Tali scoperte non sono privilegi riservati ai musicisti di grande talento che fin dalla più tenera età ricevono un'educazione musicale, né una torre d'avorio o un lusso riservato ai ricchi; sono convinto che sviluppare l'intelligenza dell'orecchio sia una necessità fondamentale." (Daniel Barenboim)

martedì 8 dicembre 2009

MAGNIFICAT



Marc-Antoine Charpentier - Magnificat a tre voci, H. 73

lunedì 7 dicembre 2009

UN LIBRO PER NATALE


DESCRIZIONE: Le gardenie e le orchidee, le delicate magnolie e i selvaggi rododendri rendono oggi incantevoli i nostri giardini grazie allo spirito d'avventura dei primi botanici, che nel XVIII e XIX secolo si sono spinti in terre ignote per raccogliere semi e fiori. Questa è la storia di undici uomini e donne tenaci, eccentrici, pronti a rischiare la vita sfidando insidie di ogni genere alla ricerca di nuovi esemplari botanici. Coraggio, cinismo, audacia - tutto questo e altro ancora anima i sogni dei singolari esploratori che nella giungla amazzonica, nel cuore dell'Africa o nell'Estremo Oriente non cessano di cercare i vegetali più bizzarri per la meraviglia dei conterranei della tranquilla Inghilterra. Tra loro la straordinaria Marianne North, artista e scienziata i cui dipinti di piante e fiori adornano ancora oggi le sale dei magnifici Kew Gardens di Londra.

sabato 5 dicembre 2009

L'IMPIEGATO PELLEGRINO

Ebbene sì, anche gli impiegati hanno i loro pellegrinaggi.

Pellegrinaggio Doganale

Intrastat. Non è una parola straniera ma una procedura burocratica europea. In pratica se tu azienda commerci (vendi e/o acquisti) con altre aziende europee sei tenuta a dichiarare mensilmente, trimestralmente o annualmente tutto il tuo fatturato. Se la dichiarazione è mensile, come nel mio caso, non basta dichiarare il totale ma devi indicare ogni genere di articolo venduto o acquistato nella comunità europea. Naturalmente ci sono dei codici numerici uguali per ogni paese dell'unione. Il problema sono le descrizioni che spesso non coincidono con la tua descrizioni. Non basta segnalare che tu hai venduto un tubo, ad esempio, ma devi indicare il diametro, il tenore di carbonio e/o di berillio, se è di acciaio stampato oppure no, se è adatto alla saldatura, se è di acciaio o di plastica, eccetera. E via quindi a scorrere lo schermo per localizzare, tra migliaia di codici quello giusto per te.
La dichiarazione si può fare sia per via cartacea, sia per via telematica. Ed è da qui che sorge il problema. Dall'anno prossimo l'unica via accettata è quella telematica. E quindi inoltra la domanda (via internet). Poi stampa l'atto di delega (l'amministratore è allergico ai doganieri), richiedi la carta d'identità in originale. Telefona in dogana per assicurarti degli orari di apertura e già che ci sei chiedi pure del perché la carta di identità (dell'amministratore) deve essere in originale ("ma non basterebbe una fotocopia ?" domandi. "Beh, sa non sempre vengono bene e spesso non sono chiare !" rispondono). Chiedi quindi la carta di identità all'amministratore il quale (malfidente) ti chiede "Ma me la restituisci, però ?". La voglia di farne coriandoli è grande ma mi trattengo. Aspetti che te la porta poi telefoni (dopo due ore di attesa). "Si, arrivo subito !". E c'è l'hai il giorno dopo. A proposito ma dov'è la Dogana ? Chiedi quindi spiegazioni. Poi furbo ti porti dietro comunque il navigatore. "Tra trecento metri svoltare a sinistra !" ti dice. "Ma c'è un divieto d'accesso !". "Ora svoltare a sinistra !", insiste. "T'ho detto che c'è un divieto, stupido navigatore !". E tiri diritto. "Appena possibile fare inversione a U". A questo punto sei esasperato ma riesci comunque a trovare la strada. "Tra duecento metri avete raggiunto la destinazione" fai lui ! E davanti a voi si estende il nulla !
In lontananza vedi alcune aziende. Cerchi gli uffici della dogana. Giri intorno al quartiere, poi vedi una persona e chiedi: "No parlare Italien", risponde. E via che riparti in cerca di qualcun'altro. Ah, eccone uno, là in fondo. "No capire", dice. Possibile che vi siano tutti stranieri. Poi dove vario cercare vedi con la coda dell'occhio un cartello appeso al un cancello: "Uffici della Dogana". Ti fermi. Finalmente ! Noti subito che al cancello c'è una robusta catena. Suoni al citofono. Nessuno risponde. Dall'altra parte noti alcune macchine e (ti credi veramente intelligente, ne !) concludi che deve esserci un'altra entrata. Finalmente entri nel parcheggio. Davanti a te il cubiciattolo di DHL, un corriere. Hai un sospetto. Ti giri e vedi una magnifica rete che separa DHL dalla dogana. Urli di disperazione. Esci con la macchina, nuovo giro, nuove persone (straniere, of course). Poi ripassando davanti osservi finalmente l'ingresso. É nascosto da un'alta siepe. L'edificio della Dogana è totalmente anonimo, nessuno cartello (tranne quello visto prima), nessuna scritta. Entri e cerchi l'ingresso. Vi sono molte porte ma quale sarà quella giusta ? Poi scopri che su una di esse c'è un minuscolo cartellino imbrunito dal tempo dello stesso colore della porta a vetri. "Entrata" recita. E tu entri ringraziando tutti i santi. Consegni la tua richiesta. L'addetto alla ricezione ti guarda e ti dice "Spiacente, il server s'è bloccato ! Aspetti oppure torni un'altra volta !". Poi l'impiegato aggiunge "Sa, hanno reso obbligatorio la trasmissione telematica ma il governo e il ministero si sono dimenticati di potenziare il server." Nella tua mente si sviluppa una sola parola "Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh !!!" e poi un'altra [censura].
E torni nel tuo ufficio, senza corrente, senza riscaldamento ma soprattutto senza stipendio da due mesi.

Per addolcire un po' la "drammatica" vicenda eccovi la prima parte di un altro pellegrinaggio: Der Rose Pilgerfahrt (Il pellegrinaggio della rosa), op 112 di Robert Schumann.

martedì 1 dicembre 2009

LA POESIA DEL MESE DI DICEMBRE




Domenica 29 novembre 2009 alle ore 15 presso il Teatro Alberti di Desenzano del Garda si è tenuta la XII edizione del concorso di poesia "Dipende - Voci del Garda". Tra i vincitori di questo prestigioso premio vi sono anch'io partecipando nella sezione Haiku in italiano.
Figuratevi lo stupore e l'emozione quando mi hanno chiamato sul palco per ricevere il Primo premio e non solo per un haiku ma per tutti i tre poemi presentati.
Ma prima di poterveli fare leggere ecco la motivazione della giuria.

Motivazione: Vengono premiate tutte e tre le composizioni per la loro convincente qualità sia nel trattare il tema personale che quello della natura che ci circonda.

E ora eccovi gli Haiku premiati.

HAIKU N° 1

Anche se uscissi
non troverei nessuno.
Inizio autunno


Haiku N° 2

Si stende un velo
di silenzio sui tetti:
vola la neve.


Haiku N° 3

Ferie d'agosto:
la fatica di un anno
è un'orma lieve.




Un ringraziamento alla giuria e ai miei amici (Matteo, Elena, Sergio, Isabella, Ester e Saba) per avermi regalato questa indimenticabile giornata.

Ed ora eccovi il video della premiazione. É un pò scuro e non è di buona qualità ma accontentavi lo stesso (ed è già tanto che sia riuscito a caricarlo su youtube).

Per chi volesse leggere le altre poesie premiate vi consiglio di andare sul sito di Dipende oppure di abbonarvi al loro giornale: www.dipende.it

lunedì 30 novembre 2009

IN ATTESA...

In Attesa della Poesia del mese, giusto il tempo di far caricare un video (la mia connessione ha la velocità di una lumaca drogata), vi mostro un bellisimo filmato di quel gran pianista di Giovanni Allevi, che se fosse per le mie amiche Elena e Saba, forse avrebbe avuto un ruolo nel girare le pagine di uno spartito (l'ultima pagina, però). Buon Spettacolo !!!

venerdì 27 novembre 2009

PROCESSO BREVE ?



Sebbene di norma questo blog non si occupi di politica, di tanto in tanto mi permetto di trasgredire a questa mia norma poiché sono un cittadino italiano e la costituzione mi permette, senza esagerare, di esprimere la mia opinione.
A Ballarò, si parla del processo breve ovvero di quel disegno di legge che vorrebbe prescrivere la durata del processo se esso eccede i due anni per ogni grado. Il Disegno di Legge (DDL) escluderebbe alcuni reati e ne ammetterebbe altri. Il nostro ministro della giustizia, on. Angelino Alfano, afferma che il DDL presentato manderebbe in prescrizione circa 1% dei processi in corso. In pratica il ministro afferma che dopo tutto, con il DDL presentato si manderebbe in prescrizione un numero di processi trascurabili (1 %) e sentendo queste affermazioni non si potrebbe che essere d'accordo. Al primo ascolto e senza pensarci troppo, però !

Se si ragiona si capisce che alcune cose non tornano.

1) L'Europa ha condannato l'Italia per i processi troppo lunghi.
2) Il governo vorrebbe mettere un limite alla durata di ogni processo (salvo varie esclusioni).
3) Il DDL si applica anche ai processi in corso.
4) I processi in corso che andrebbero in prescrizione sarebbero, secondo il ministro, 1% del totale.

Se ne deduce quindi quanto segue:

a) Il 99% dei processi sarebbero comunque in corso (la quasi totalità).
b) Quindi non è vero che la durata dei processi è troppo lunga.

Domanda

1) Per che cosa ci ha allora condannato l'Europa ?
2) A che serve questa legge visto che la durata dei processi sarebbe nella norma ?
3) E il cittadino italiano è d'accordo su questo DDL ?

A voi le risposte e le conclusioni.

lunedì 23 novembre 2009

GRAN CONCERTO

In TV è le trasmissioni che parlano di musica classica o di opera sono rare e quando ci sono sono spesso a orari impossibili. Nel palisesto stabile almeno due appuntamenti annuali sono stabili: il concerto del 1 gennaio trasmesso sia da Venezia che da Vienna e il concerto di ferragosto.
Vi è però anche un'altra trasmissione che vorrei segnalarvi: ogni domenica mattina su Rai Tre alle ore 8.30 o alle ore 9.00 vi è una piccola trasmissione, condotta da Alessandro Greco, chiamata "Gran Concerto". É una trasmissione rivolta principalmente ai bambini ma che non farebbe male agli adulti. Lo scopo di questa trasmissione culturale è quello di educare alla musica insegnando il ritmo e termini musicali più comuni.
Eccovi uno spezzone del programma.

mercoledì 18 novembre 2009

IMPARIAMO A PIEGARE

Non c'è cosa più noiosa per un uomo e per una donna che stirare e piegare gli indumenti.
Personalmente la stiratura non viene particolarmente bene e nemmeno la piegatura. Mi manca la tecnica !
Ma ora, grazie a questo video ritranciato sul tubo, ecco come tutto può risultare più semplice con la tecnica giapponese.
Loro sì che sono bravi, fanno origami fin da ragazzini, poi ci credo che è più facile !

lunedì 16 novembre 2009

O MIO BABBINO CARO

"O mio babbino caro" è un'aria tratta dal'opera "Gianni Schicchi" di Puccini. Ambientata nella Firenze del '300, "Gianni Schicchi" è l'unica opera comica e non drammatica di questo compositore.
Ora vi presento l'aria in italiano cantata dalla mitica Callas. Quella che ho trovato su youtube, e non c'è niente da fare, è la migliore versione cantata da una soprano.



E ora che vi siete goduti questa bellisima aria di Puccini in italiano eccola nella sua versione giapponese di cui sono riuscito a rintracciare il testo. Il titolo in giapponese è "Watashi no otousan" più o meno equivalente al titolo in italiano. É cantata da Minako Onda che però non è una soprano ma una delle più gettonate cantanti pop del Sol Levante. Lascio però ad altri la valutazione sull'esecuzione !




E per chi volesse seguire ecco le parole

Otousama, ashita no asa
ano hito no moto he
totsugu watashi yo

Wasure wa shinai ookina ai ni
oborarete kita shiawase na watashi
onegai dakara nagaiki shite ne

Oyasumi no kisu wo shite otousama

venerdì 13 novembre 2009

UN PO' DI TÉ ?

Siete raffreddati o volete semplicemente prendervi una pausa, magari con qualche amico/a ?
Quello che vi ci vuole è una tazza di tè fumante. Se entrate in un bar sicuramente vi daranno una tazza piena d'acqua calda, una bustina e una fetta di limone, nei locali più raffinati vi serviranno l'acqua in una teiera e a parte qualche dolcetto. Se siete in Inghilterra ve lo serviranno con il latte (a meno che non lo richiedete specificatamente con il limone, "with lemone, please !"). Il latte serve per attenuare il gusto amaro. In Spagna guai a voi se lo chiedete freddo, ve lo serviranno caldo con qualche cubetto di ghiaccio. E in Giappone ?
Qui la cosa si complica, il tèe non è solo una bevanda ma una autentica cerimonia.
La bevanda più amata dagli inglesi è ricavata dalle foglie di una pianta, Camelia sinensis. A seconda del grado di raccolta si ottengono vari tipi di tè, verde, nero, ecc. Nel 1800, quando l'Inghilterra prese l'abitudine di importare le foglie dalle sue colonie, principalmente dall'India e dall'isola di Ceylon (oggi Sri Lanka), le casse spesso marcivano insieme al loro contenuto (il viaggio per mare era molto lungo e le stive anche molto umide). Per limitare i danni ma soprattutto per vendere il raccolto andato a male o di scarsa qualità si prese l'abitudine di mescolare le foglie di Camelia con fiori, frutti o foglie di altre piante profumate. Nacque così, da una semplice adulterazione, il tè aromatico.
Verso la fine del 1100, dalla Cina la bevanda venne introdotta in Giappone dove ebbe un notevole successo. Furono i buddisti a introdurlo, in varie riprese, nel paese. I monaci lo utilizzavano poiché li aiutava nella concentrazione e nella meditazione. Il suo alto tenore di teina, una molecola affine alla caffeina, gli conferisce un'azione eccitante.
Fu Sen No Rikyuu (1520-1591) il più celebre maestro del tè. Codifico l'intero rituale di questa cerimonia. Egli sosteneva che tanto chi serviva tanto chi beveva dovessero essere un tutto con l'acqua calda, con le foglie e con la tazza. I gesti, come vederete, non sono mai affrettati ma calmi e rigorosamente precisi. Durante la cerimonia vanno rispettati i quattro principi fondamentali: armonia, purezza, rispetto e serenità. Per questo motivo Se No Rikiuu non si limitò alla mera cerimonia ma suggerì anche un ambiente adatto alla stessa.


Prima di vedere il video eccovi alcuni termini giapponesi:
Sado: è la Via de Tè;
Chanoyu: letteralmente "acqua calda per il tè" indica la cerimonia;
Matcha: è il tè vero e proprio, non si presenta sminuzzato, come da noi, ma sottoforma di una polvere finissima di colore verde smeraldo.
Hishaku: è il mestolo per prelevare l'acqua calda dal bollitore.
Chashaku: è il cucchiaino per prelevare il tè. Secondo la tradizione deve essere prodotto utilizzando un unico pezzo di bambù. A circa metà della sua lunghezza deve essere posto il nodo. (Il bambù è una graminacea e come tutte le graminaceae essa si sviluppa in nodi e internodi: da ogni nodo spuntano le foglie. Per avere una visione di come è fatto un bambù basta osservare una spiga di grano che possiede una struttura simile anche se ridotta). Spesso lo chashaku possiede uno stile proprio del maestro che lo rende facilmente indentificabile e inconfondibile.
Chaire: è il contenitore per le foglie di tè. I più antichi sono avvolti nello shifuku, pezzi di stoffa che ricchiudevano lo chaire amò di sacchettino con tanto di cordoncino con un complicato sistema di legatura;
Chasen: è il frullino di bambù il cui scopo è quello di mescolare la bevanda;
Tetsubin: è la teiera;
Chawan: è la tazza da tè. Spesso è una vera e propria opera d'arte tramandata di generazione in generazione. Se possiede delle decorazione all'interno essa va offerta con le stesse rivolte verso l'ospite. Una volta bevuto il tè, bisogna porgere la tazza al maestro che provvederà a pulirla.



mercoledì 11 novembre 2009

RABBIA PARLAMENTARE

Ci risiamo ! Al parlamento italiano è stata nuovamente proposto una legge che vorrebbe ripristinare l'immunità parlamentare. Ricordo ancora cosa avevano combinato nel passato. Ci volle un indagine come "Mani Pulite" per rivelare l'alto grado di corruzione in tutte le sedi amministrative pubbliche. Il tutto era coperto dalla immunità parlamentare che come uno scudo proteggeva tanto i senatori quanto i deputati. A causa loro molti dei concorsi pubblici che feci non furono propriamente corretti. In uno addirittura si sapeva nome e cognome di chi lo avrebbe vinto ancor prima di iniziare. In un altro, dove mi ero piazzato al secondo posto, hanno perfino fatto saltare la graduatoria (che rimaneva in carica per circa 36 mesi) per poter assumere chi volevano. Per l'Italia di inizio anni '90 fu una vera e propria crisi. Scomparve la Democrazia Cristiana e il PSI di Craxi, le industrie conobbero la loro prima vera crisi e ora sembra che tutto sia stato dimenticato. Ora vogliono ripresentare l'immunità parlamentare raccontandoci la solita vecchia storia: "c'è l'hanno anche altri stati e non vediamo perché non dobbiamo avercela pure noi". E dire che fu proprio abrogata a causa dei molti cittadini italiani infuriati di come tutti i partiti avevano gestito la cosa pubblica. Erano gli anni in cui una giovanissima Lega Lombarda gridava "Roma ladrona" e ora pure loro si sono messi dalla parte dei ladri (anche con lo scudo fiscale). Sono profondamente arrabbiato e deluso da questo parlamento italiano !
Domani 12 novembre 2009 a Cremona avrò l'ennesimo concorso pubblico (il numero 24 o 25, ormai ho perso il conto), le conoscenze richieste non sono propriamente quelle con cui mi diplomai ma lo provo lo stesso. Dovrei conoscere diritto amministativo, costituzionale, commerciale, il ruolo delle Camere di Commercio e nozioni su Basilea 2. Le domande sono 40 a risposta multipla. Tempo a disposizione: 15 minuti (neanche all'università danno un tale tempo così ristretto). Vuoi vedere che, nonostante stavolta abbia studiato con scarso impegno (ho dato la precedenza ai miei esami universitari), è la volta buona che lo passi ?

domenica 8 novembre 2009

COLCHICO

COLCHICO

Famiglia: Liliaceae
Nome botanico: Colchicum autumnale
Nome volgare: Colchico, Zafferano bastardo

Descrizione
Pianta bulbosa alta 5-30 cm; foglie: lanceolate, basali, piuttosto carnose, lunghe 12-20 cm e larghe 2-5 cm, compaiono in primavera insieme ai frutti a capsula; fiori aventi una corolla composta da sei petali, di colore lilla, uniti inferiormente in un tubo lungo fino a 20 cm e con una parte libera lunga fino a 4-6 cm; fioritura da agosto a ottobre. I fiori spuntano dopo la perdita delle foglie; Il frutto è una capsula deiscente contenente numerosi semi di colore bruno

Etimologia
Il nome del genere “Colchicum” ricorda il nome dato da Dioscoride in quanto la pianta cresceva abbondante nella Colchide, regione del Mar Nero appartenente alla Georgia. Il termine “autumnale” indica l’epoca di fioritura.

Curiosità
Una antica leggenda greca racconta che un tempo la Colchide era una terra di maghi, di sapienti e di uomini e donne esperti nella nobile arte degli intrighi. E proprio una di queste esperte, Medea, la più potente ed esperta avvelenatrice, coltivava questa pianta in un giardino segreto, ricco di altre numerose specie velenose e letali.
L’aspetto così innocente di questa pianta, così simile a un croco, non devono trarre in inganno.
La sua enorme somiglianza con i crochi, comuni piante alpine e da giardino, la rendono estremamente pericolosa. Spesso, in passato, varie persone sono morte per aver scambiato il commestibile croco con quello di colchico o per soffritto il bulbo scambiandolo con quello di cipolla. Diffusa soprattutto in montagna, non è raro vederla fiorita nei prati alpini e lungo i bordi dei fossi in pianura. Per non confondere il croco, da cui si ricava lo zafferano, con il colchico è necessario tenere in mente alcune caratteristiche che contraddistinguono queste due specie: I crochi sono piante a fioritura generalmente primaverile mentre i colchici sono a fioritura generalmente autunnale; I fiori di croco spuntano insieme alle foglie mentre quando i colchici fioriscono le foglie sono scomparse; le foglie di colchico sono lunghe e larghe, di colore verde mentre quelle di croco sono lunghe e strette, di colore verde, in genere con una venatura centrale bianca. Sebbene la pericolosità di questa pianta fosse nota sia ai Romani che ai Greci, i medici Bizantini e quelli Arabi la utilizzarono per combattere le malattie reumatiche, artritiche e i casi di gotta. Nel 1753 il barone Storck di Vienna la utilizzo massicciamente per combattere gli stati febbrili. Tra i suoi alcaloidi si annoverano la colchicina e la democolcina. La colchicina è un veleno capillare. Parecchie ore dopo l’ingestione appaiono bruciore alla bocca, nausea, vomito, forte diarrea sanguinolenta, aumento della frequenza cardiaca, e dolori toraci. Dopo circa 24 ore si ha febbre e insufficienza renale ed epatica. La morte sopraggiunge per paralisi respiratoria. Ha proprietà antibiotiche. In medicina è utilizzata quale rimedio contro gli attacchi acuti di gotta e contro alcune sindromi reumatiche. In alcune forme di leucemia si utilizza invece la democolcina che, rispetto alla colchicina, è assai meno tossica. Attenzione deve essere fatta al latte di pecore o capre che hanno brucato questa pianta; gli animali sono piuttosto resistenti all’azione della colchicina, mentre il loro latte può essere tossico per l’uomo. Cavalli e bovini invece, abitualmente evitano di brucare la pianta. In agraria la colchicina è ampiamente utilizzata per creare forme mutanti, in particolare nelle rose. Iniettando questa sostanza nelle gemme fiorali di rosa si possono ottenere piante con fiori di due o più colori (ad esempio fiori metà gialli e metà rossi) più o meno screziati.
Se volete piantere crochi e colchichi nel vostro prato questo è il periodo giusto. I crochi li potrete trovare in varie sfumature di colore, giallo, rosa e bianco mentre i colchichi generalmente solo in sfumature dal bianco al rosa. É possibile acquistare anche bulbi a fiore doppio. Per dare un'aspetto più naturale, lanciateli sul terreno e interrateli lì dove cadono. Essendo rustici non necessitano di protezione invernale. L'unica accortezza è quella di falciare il prato dopo la fioritura primaverale o autunnale.

venerdì 6 novembre 2009

IL GIAPPONE IN ITALIA

Sul finire dell'ottocento e agli inizi del novecento, alle "turcherie" dell'epoca barocca, si sostituirono le "nipponerie".
Nel 1639, in pieno periodo Edo, il giappone si chiuse all'occidente. Furono proibiti gli sbarchi delle flotte olandesi e inglesi in tutti i porti nipponici, dando così il via al sakoku ovvero al "paese chiuso". Questo isolamento volontario durerà circa due secoli e mezzo, fino al 1854, quando gli americano instaurarono un contratto commerciale con il Sol Levante. Pochi anni più tardi, nel 1868, venne instaurata la dinastia Meiji e il giappone subì una serie di trasformazioni che lo portò alla modernizzazione di ogni aspetto della vita sociale e a intensi scambi culturali con l'Europa. Se da una parte artisti, scrittori e compositori andranno a studiare all'estero (soprattutto a Parigi, Vienna e Berlino) dall'altra i paesi europei vennero attratti dal Giappone che fino ad allora era loro precluso e solo idealizzato.
Nel 1904 in Italia la casa editrice Hoepli pubblica il primo manuale di lingua giapponese mentre nel 1905 uno scrittore giapponese, Matsume Soseki, scrive il romanzo "Io sono un gatto" di chiara ispirazione occidentale.
É proprio all'inizio del secolo che nella lingua italiana entrano vocaboli di origine giapponese come sakè, harahiri, geisha, ecc.
In campo musicale due grandi compositori, anche se in maniera diversa, si cimentarono nella scrittura di partiture di opere di chiara ispirazione nipponica.
Nel 1904 Giacomo Puccini comporrà la famosa Madame Butterfly, una delle opere più amate dagli italiani e non solo. In essa lo stesso Puccini utilizzerà arie originali giapponesi che donerà all'opera una certa drammaticità e un aspetto "esotico" che tanto era di moda a quei tempi.
Pochi anni prima, nel 1898, un'altro compositore si cimenterà con un'opera "esotica". É Iris di Pietro Mascagni. Spinto da Illica, librettista anche di Puccini, a scrivere su un tema nipponico, Mascagni si recherà a Firenze per vedere e studiare gli strumenti musicali che verrano poi utilizzati nel corso dell'opera.

Breve Trama di Iris: la storia è ambientata a Kyoto in un tempo imprecisato.
Iris è una giovane ragazzina che si occupa a tempo pieno della casa e di suo padre ormai anziano e cieco. Durante la cura quotidiana del giardino viene osservata di nascosto da Osaka e da Kyoto i quali, ammaliati dalla bellezza sensuale della giovane, escogitano un piano per rapirla.
I due mettono in scena un teatrino di pupi durante la cui rappresentazione stordiscono e rapiscono Iris. Il padre non più sentendola parlare la cerca in ogni dove ma all'interno della casa troverà solo un piccolo sacchetto di monete.
Irisi viene condotta nel quartiere di Yoshiwara, un luogo di perdizione e di bordelli. Osaka cerca inutilmente di sedurla ma Iris resiste con la sua semplicità. Viene quindi esposta in una casa di piacere dove il padre la troverà e, fraitendendo il tutto (pensava infatti che la figlia se ne fosse andata si sua spontanea volontà), la ripuderà e la esporrà alla pubblica vergogna. A Iris non rimarrà altra scelta che di gettarsi nel baratro posto proprio dietro casa.

Di seguito vi posto alcune scene tratte da quest'opera.

La prima è la grande e maestosa sinfonia che apre e chiude l'opera. É "l'inno al sole" in cui si canta la luce e il calore solare quale dono di vita per tutte le creature. Chissà che ascoltandola non smetta di piovere !


Il secono brano che vi propono è la dolce serenata chiamata anche "canzone di Ior" ovvero "Apri la tua finestra". Notate l'accompagnamento eseguito con il koto, strumento appartenente al gruppo delle cetre ma molto somigliante a un'arpa orrizontale. il tenore è Yoshihisa Yamaji nella parte di Osaka.


Il terzo brano, per accontenare la mia amica a cui piace la voce di soprano, eccovi l'aria "In pure stille".
Soprano è Miwako Matsumoto nella parte Iris .

mercoledì 4 novembre 2009

UN REGALO...SOTTO L'ALBERO


Anche se è un pò presto questo è uno dei miei libri che desidereri avere per Natale.


Titolo: The Haiku Handbook 25th Anniversary Edition: How to Write, Teach, and Appreciate Haiku

Editore: Kodansha International

Release:
In Giappone il 11/11/09, in America nel marzo 2010

Aspetterò con ansia il momento...e poi sarà mio !!!

Product Description

The Haiku Handbook is the first book to give the reader everything needed to delve into all aspects of haiku. In this groundbreaking and now-classic volume, the authors present haiku poets writing in English, Spanish, French, German, and five other languages on an equal footing with Japanese poets. Not only are the four great Japanese masters of the haiku represented (Basho, Buson, Issa, and Shiki), but also major Western authors not commonly known to have written haiku - including Gary Snyder, Jack Kerouac, and Richard Wright - are showcased.

With a new foreword by poet, translator, and author Jane Reichhold (Basho: The Complete Haiku), this anniversary edition presents a concise history of the Japanese haiku, not the least of which are the dynamic changes in the twentieth century as this beloved poetry form was adapted to modern and urban settings. Full chapters are offered on form, the seasons in haiku, and haiku craft, plus background on the Japanese poetic tradition and the effect of translation on our understanding of haiku.

lunedì 2 novembre 2009

ALDA E IL KOKINSHUU

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
Di parole, di parole scelte sapientemente,
Di fiori detti pensieri,
Di rose dette presenze,
Di sogni che abitino gli alberi,
Di canzoni che facciano danzare le statue,
Di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti ...
Ho bisogno di poesia,
Questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
Che risveglia le emozioni e dà colori nuovi ...
(poesia di Alda Merini)


"La poesia ha il suo germe nel cuore umano e fiorisce in innumerevoli foglie di parole....É la poesia che, anche solo con una parte del suo potere, muove cielo e terra, pacifica gli dei invisibili e i demoni, riconcilia gli uomini e le donne e calma i cuori di feroci guerrieri"
Dall'introduzione al Kokinshuu - Ki no Tsurayuki (872-945)

Leggendo la poesia di Alda penso che non possa che essere d'accordo con il Kokinshuu.

domenica 1 novembre 2009

LA POESIA DEL MESE DI NOVEMBRE


いのち や は
なに ぞ は つゆ の
あだ物 を
あふ に しかへば
をしからなく に

Inochi ya wa
nani zo wa tsuyu no

adamono o

au ni shikaeba

oshikaranaku ni


Cos'è la vita ?
Goccia di rugiada
che svapora.
Eppure la darei
per poterti incontrare.
( Ki No Tomonori - X sec.)

Note: la traduzione di questo testo è per me un po' ardua in quanto molte parole non sono contemplate nel mio dizionario e nemmeno in quelli online. Probabilmente si tratta di un giapponese arcaico.
Qui vorrei quindi farvi notare solo tre cose:
1) Il poema è scritto quasi totalmente in hiragana.
2) L'unico Kanji è 物 che si pronuncia "mono" e significa "oggetto".
3) Il giapponese è una lingua polisillabica. L'alfabeto comprende 46 sillabe in hiragana e altrettante in katagana ma non è necessario conoscerle tutte in quanto metà circa sono suscettibile di trasformazione aggiungendo o il "nigori" ovvero le doppie virgolette in alto a destra oppure il "maru" ossia il cerchiolino sempre in alto a destra. Un esempio è だ: senza virgolette è la sillaba "na" con il nigori diventa la sillaba "da". Un altro esempio è ぞ, con il nigori si legge "zo", senza si pronuncia "so".

Commento: questo poema è tratto dal Kokinshuu. Il Kokishuu o Kokin Wakashu è una raccolta di 1111 poemi di vario genere e lunghezza. Il titolo significa "poesie antiche e moderne". Voluto su ordine dell'imperatore Daigo (898-930) vi contribuirono diversi poeti tra cui il nostro Tomonori che morì però prima della conclusione di quest'opera. Tutte le poesie sono raccolte in 20 rotoli e suddivise in base al genere. Quella mostrata proviene dal dodicesimo rotolo dedicato all'amore.

Quella che ho postato, ve ne siete già accorti, non è un haiku ma un tanka ovvero una poesia di 31 more suddivise in 5 strofe di 5-7-5-7-7 sillabe. Una mora, nel gergo poetico, è una unità sillabica. In giapponese equivale esattamente a un simbolo in hiragana mentre in italiano la faccenda si fa più complessa.

"Sic transit gloria mundi" dicevano i latini, ovvero "così passa la gloria del mondo". La si diceva all'elezione di un nuovo papa per ricordagli che dopo tutto ogni cosa è passeggera. Nel tanka questa provvisorietà è paragonata a una goccia di rugiada che formatasi al mattino si asciuga nelle prime ore del giorno tanto da scomparire a mezzogiorno. É questo il concetto, tipicamente buddista, di impermanenza. Tutto è transitorio, l'uomo, gli animali, il sole, le stelle e tutti gli oggetti, nascono e muoiono, a volte in pochi minuti. Nulla è stabile e tutto è effimero. Eppure questa nostra breve vita vale la pena di essere vissuta anche solo per incontrare la persona amata.
Scriveva Dogen Zenji (1200-1253): " Proprio davanti a vostri occhi vi si porge l'occasione di vedere come gli attimi passano senza tregua, i giorni scorrono in perenne mutamento, e tutto rapidamente trapassa. ... A cosa paragonare il mondo e la vita dell'uomo ? All'ombra della luna quando nella goccia di rugiada tocca il becco dell'uccello acquatico".

Breve Biografia.
Della vita di Kino No Tomonori ( ? 850- ? 904) si sa ben poco. Su ordine dell imperatore iniziò, insieme a Ki no Tsurayuki e ad altri poeti, il Kokinshuu ma morì prima del suo compimento. Lo stesso Tsurayuki comporrà uno struggente poema dedicato alla sua morte e inserita nella stessa raccolta.

martedì 27 ottobre 2009

NON NOBIS DOMINE...

Ecco, ci risiamo ! Dopo alcune puntate senza di loro, ecco che rispuntano. Prima o poi dovevano pur farlo ! Ed eccoli qua, finalmente su Voyager presentato da quel simpaticone di Giacobbo. Di chi sto parlando ? Ma dei Templari naturalmente ! Quindi se vi siete persi qualcosa ecco qui l'anteprima di Voyager di lunedì 26 ottobre 2009.
Per chi invece volesse "cacciare" qualche esemplare dovrebbe andare a Salò, lì su una facciata di un'edificio, vi è ancora una lapide con la seguente iscrizione:
"Non nobis Domine, non nobis, sed domine gloriam tua" ovvero "Non a noi Signore, non a noi, ma al tuo nome da la gloria". Questa è il motto dei Cavalieri Templari ed è possibile vederla sugli edifici da loro utilizzati. L'edificio in questione, se ben ricordo, (ma è passato molto tempo dall'ultima volta che l'ho notato) dovrebbe essere visibile dal lago e dovrebbe essere vicino al Duomo. Mi raccomando, non ditelo a Giacobbo !!!

domenica 25 ottobre 2009

YOOKOSO JAPAN

"Yookoso" è un termine giapponese che significa "Benvenuto". Quello che vedrete nel breve video che ho postato è una delle tante vetrine del Giappone realizzate dalla Compagnia Giapponese per il Turismo. Ho cercato anche qualcosa di analogo per l'Italia, ma a parte il logo e uno spot "Magic Italy" della durata complessiva di trenta secondi circa non ho trovato nulla. Ho solo scoperto che il portale del Ministero del Turismo è costato ben sette milioni di euro, una cifra spropositata visti i risultati. Il sito è www.italia.it e ora giudicate voi !
A vederlo mi vien voglia di andare nel Sol Levante. Peccato che sia così lontano e costoso !

venerdì 23 ottobre 2009

NEW ENTRY

La tentazione è stata troppo forte ! Desideravo ascoltare qualcosa di Rachmaninoff (1873-1943), un compositore russo noto per lo più per le rapsodie per piano e per i suoi piano concerti. La mia scelta è caduta sui Vespri, Op. 37. Ora il CD appare nel mia collezione al numero 809.
Iniziata nel 1914 e terminata nel 1915, quest'opera rappresenta uno dei lavori corali più importanti di questo compositore russo. Cantato a Cappella, ovvero senza strumenti, è uno dei capolavori assoluti del misticismo ortodosso.
Sul tubo ho cercato e trovato alcuni brani.
Il primo pezzo, secondo me il più bello, è "Bless the Lord, O my soul" tratto dal salmo 103 mentre il secondo, conosciuto anche come "preghiera di S. Simeone", è stato utilizzato per i funerali dello stesso Rachmaninoff (una cosa del genere succederà anche per Puccini, al suo funerale Toscanini suonerà il Requiem tratto da Edgar, l'opera più disastrosa di tutto il suo repertorio).



mercoledì 21 ottobre 2009

GESTUALITA`

La lingua italiana non è solamente scritta e orale ma è anche una lingua gestuale. Quando parliamo spesso muoviamo le mani per sottolineare ciò che vogliamo esprimere. Anche il giapponese, se pur in misura minore, ha i propri gesti, e spesso con significato diverso dal nostro.
Ecco quindi un video, in inglese, che vi spiega uno dei tanti gesti eseguiti dai Giapponesi: potrebbe essere un'idea per la festa di Hallowen !!!

martedì 20 ottobre 2009

SUPERCALIFRAGICHESPIRALIDOSO

Vi ricordate il film della Walt Disney "Mary Poppins" e la sua orecchiabile canzoncina ? Eccovi tutta per voi la versione giapponese !





venerdì 16 ottobre 2009

TEMPO DI MELEGRANE

Il Melograno




Famiglia:
Punicaceae

Nome botanico:
Punica granatum

Nome volgare
: Melograno

Descrizione:
pianta, spesso arbustiva (max 5 metri), chioma globosa, tronco contorto, talvolta fessurato, molto ramificato; ramuli spinosi; corteccia grigio-rossastra; fogliame deciduo, foglie semplici, oblunghe lanceolate lunghe circa 8 cm, con apice acuto od ottuso, margine liscio; picciolo breve; inserzione opposta o verticillata, anche alterna sui rami principali.Fiori terminali, grandi (3-4 cm), sessili, imbutiformi, color rosso corallo, raramente bianchi; petali 5-8, obovato-lanceolati, di 2-3 cm; stami numerosi (20); calice carnoso rosso, campanulato, persistente in quanto concresciuto con il ricettacolo e l’ovario; fioritura da luglio a ottobre;Frutti globosi; il frutto è un particolare tipo di bacca, detto balaustro, di colore da giallo a rosso, con numerosi semi circondati da una parte carnosa rossa, traslucida; matura in autunno; edule.
Etimologia: Il nome del genere “Punis” deriva dal nome della citta di Punis, conosciuta col nome greco di Cartagena (Cartagine). Il nome della specie “granatum” allude ai semi per aspetto e colore simile a grani di rubino.
Curiosità: originaria dell’India, raggiunse Roma tramite la Persia, il regno d’Israele, l’Egitto e Cartagine. A causa del suo picciolo a forma di corona venne considerato il re dei frutti, anche perché la pianta è capace di prosperare in terreni relativamente aridi e poveri. È considerato uno dei più antichi frutti coltivati: le prime testimonianze si riscontrano nel papiro di Ebers, attorno al 1550 a.c.
Presso i greci era la pianta sacra a Giunone e ad Afrodite mentre presso i romani i rami della pianta venivano intrecciati con i capelli delle spose quale augurio di fecondità.
Il frutto ha dato il nome alla città di Granata nel cui stemma appaiono tre melegrane. Il frutto è simbolo di fertilità e ricchezza per il notevole numero di grani contenuti al suo interno. Durante il medioevo assunse il significato di esuberanza della vita e spesso ritratto in mano a Cristo bambino quale simbolo di resurrezione.Infine c’è chi ritiene che il romano, contrappeso della stadera (una sorta di bilancia tuttora in uso), tragga la propria forma e il proprio nome dal frutto del melograno; per questo un’altra valenza attribuita al frutto e alla pianta è quella di equilibrio.
Nel linguaggio floreale, per il suo colore acceso, esprime amore ardente. Numerosi sono gli usi in erboristeria: nell’antica Grecia il melograno era prescritto come antinfiammatorio, antielmintico, e per combattere i casi di diarrea cronica.
Recentemente è stato dimostrato che il frutto è ricco di particolari composti che possiedono azione preventiva nei confronti dell’insorgenza dell’arteriosclerosi, attività antibatterica, azione anticancerogena e attività antiossidante.
Il legno, duro, si utilizza per piccoli lavori.
La corteccia del frutto, ricca di tannino, è ancora usata in Africa del nord per conciare il cuoio, che colora di giallastro. In presenza di ferro essa dà una tinta nera adatta per farne inchiostro. Anche i fiori possono servire per fare inchiostro rosso.
La sua destinazione principale è la coltivazione per scopi ornamentali e per i suoi frutti commestibili, con i quali gli antichi romani facevano un "vino di melagrana", schiacciando i suoi semi e facendo cuocere il succo ottenuto.

In questo ritratto ottocentesco di Matilde di Canossa, la grancontessa e regina d'Italia è raffigurata a cavallo, con la sinistra tiene le briglie mentre con la destra regge un frutto di melograno. Tale raffigurazione riprende quelle più antiche presenti nelle miniature di origine Longobarda.

domenica 11 ottobre 2009

SUO GAN



Suo Gan è una antica e tradizionale ninnananna (lullaby) gallese. Il nome significa semplicemente "ninnananna".
Lo so ! Vi state domando cosa centra questa piccola e dolcissima lullaby con il giapponese. Apparentemente sembra non centrare nulla e invece guardate come un grande regista, Steven Spielberg, e un grande compositore, John Williams, hanno utilizzato la stessa melodia e le stesse parole in un famoso film. Il film è del 1987 e si intitola: "L'impero del sole" (Empire of the sun) ed è ambientato in Cina, occupata dai Giapponesi, poco prima e durante la seconda guerra mondiale. Al termine del film vi è anche un riferimento all'esplosione della bomba atomica. É interessante come la musica renda tutta la scena emozionante e drammatica. Veramente geniale !

giovedì 8 ottobre 2009

AKATOMBO



AKATOMBO
Musica di Yamada Kosaku (1886-1965) su poesia di Miki (Misao) Rofu (1889-1964)

Akatombo

Yuuyake koyake no
akatombo
owarete mita no wa
itsu no hi ka
yama no hatake no
kuwa no mi o
ko-kago ni tsunda wa
maboroshi ka
gojuu de neeya wa
yome ni yuki
o-sato no tayori mo
taehateta
yuuyake koyake mo
Akatombo
tomatte iru yo
sao no saki


LIBELLULE ROSSE

Tramonto rosso, nugolo
di libellule rosse
che ho visto inseguirmi.

Quando fu mai ?

I gelsi con le more sui terrapieni assolati
e io a riempire il minuscolo cesto.

É forse illusione ?

A quindici anni
mia sorella è andata sposa
e non giungono più
notizie del mio paese.

Tramonto rosso, nugolo
di libellule rosse...
una libellula s'è fermata
sulla punta d'un palo.

Commento: questo piccolo poema è detto "Shintaishi" ovvero "in forma libera". Come potete notare ha perso la caratteristica struttura dell'haiku e del tanka e ciò è dovuto al fatto che verso la fine dell'ottocento e inizi del novecento il Giappone si aprirà sempre più all'occidente dove già si era manifestata nelle poesie la rottura del verso e stava migrando verso nuove forme poetiche.
Anche il nostro Yamada ne verrà influenzato tanto che è considerato il più occidentale compositore nipponico.
Il testo è ricco a continui riferimenti nostalgici della giovinezza ormai passata e alle proprie origini andate perdute. Non mancano riferimenti ad altri autori in particolare ad haiku di Soseki e di Miura.

mercoledì 7 ottobre 2009

BICENTARIO

Lo so, è passato un po' in sordina ma quest'anno è il bicentenario della sua morte. E dire che in vita rivoluzionò la musica barocca e fu tanto famoso che nel 1791-92 e e nel 1795 si permise un viaggio e una casa a Londra dove vi compose ben 400 lieder per accontentare alcuni suoi amici e ammiratori. Naturalmente sto parlando di Franz Joseph Haydn (1732-1809). Di lui volevo acquistare tutti i suoi lieder (Scottish e Welsh songs : 20 CD). Il prezzo era appetibile: circa 10 euro + spese postali. Proprio sul più bello, a pochi minuti dalla fine dell'asta, qualcuno me li ha sottratti e l'asta è salita a circa 20 euro. Troppo per la mia piccola carta di credito. Comunque mi sono vendicato prendendo alcune opere liriche e tre oratori.

Che dire della vita di questo compositore ? Lui e Mozart, si chiamavano "padre" e "figlio" e si sono pure dedicati a vicenda vari quartetti. Beethoven ne è stato perfino uno degli allievi, ma i rapporti erano comunque tesi, tanto che le malelingue dicevano che era un po' "sordo" d'orecchie. Battute a parte vorrei lasciarvi con uno dei suoi quartetti più belli e famosi, e chissa quante volte lo avete ascoltato quando ancora vinceva la Ferrari con Schumacher.
L'opera che vi propongo il quartetto per archi N° 76 - 2 movimento - detto "Emperor" perché dedicato all'imperatore di Prussia. Successivamente qualcuno vi mise pure le parole e divenne l'inno nazionale tedesco.

martedì 6 ottobre 2009

COL FIATO SOSPESO

Art. 3 della Costituzione Italiana

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese
."

giovedì 1 ottobre 2009

HAIKU DEL MESE DI OTTOBRE


Su proposta di una mia carissima amica voglio approntare una rubrica mensile dedicata alla poesia giapponese e non solo. Il mio proposito è quello di presentarvi una haiku o un waka o altra poesia, con la traslitterazione in romanji (caratteri latini), la traduzione, un commento e una breve nota biografica.

Haiku

inazuma ya

hitokire zutsu ni
yo ga naoru



Lampi:
Ad ogni bagliore
il mondo si purifica
Kobayashi Issa (1763-1828)

Kigo
: Inazuma= Lampi (autunno)
Il kigo, per chi non lo sapesse, è il riferimento stagionale.

Traduzione (molto) letterale:

Inazuma: Lampi
Hitokire: un pezzo
Zutsu: alla volta
Yo: mondo
Naoru: purificare, correggere
ya, ni, ga: particelle enclitiche che indicano il complemento

Ecco quindi la mia traduzione:
Lampi:
un po' per volta
il mondo si purifica.

Note: anche in italiano spesso si dice "Ho avuto una illuminazione", oppure "Ho avuto una idea folgorante". Pure nei fumetti, chi ha un'idea lo si raffigura con una lampadina accesa. In questo piccolo haiku il "lampo" è sinonimo di "intuito" ed è quindi chiaro che a colpi di intuito, di idee geniali, si può salvare il mondo e l'umanità. L'intuito è un un principio cardine nel buddismo, specie in quello zen: è il concetto della "trasmissione silenziosa" ovvero la dottrina deve puntare direttamente al cuore dell'uomo ed è situata al di fuori delle scritture e diretta dal maestro al discepolo, di generazione in generazione. In pratica il pensiero logico e la lettura dei sutra, pur importanti, non porterebbero al risveglio ma si ci può arrivare con l'intuizione.
Questo haiku ha però anche una seconda chiave di lettura.
Fin dalla notte dei tempi l'uomo è stato terrorizzato dal buio e dalla notte poiché in esse, non potendo vedere oltre, vi si travisava il male. L'arma per poter sconfiggere tale paura è la luce, e il lampo non è altro che luce che, pur se per brevi istanti, illumina il mondo circostante sconfigendo le tenebre e di conseguenza il male.

Breve Biografia: Kobayashi Issa (Kobayashi Yataroo) è considerato uno dei più grandi poeti di haiku, insieme a Bashoo e a Buson. La sua vita è però segnalata da una sterminata produzione poetica (circa 20000 haiku) e da un'altrettanta sfortuna. Nato a Kashibara, a due anni diventa orfano di madre mentre a 14 perde la nonna a cui era affezionato. Fin da piccolo ha un'insolita predisposizione per lo studio e la vita solitaria ma ciò non è ben accettato dalla matrigna che lo costringe a lasciare la scuola per il lavoro nei campi. La situazione peggiora con la nascita del fratellastro e il padre, nel 1776, lo allontana da casa spedendolo a Edo anche perché i continui dissapori con la matrigna ne minavano la salute. É a Edo che diventerà monaco buddista e muterà il proprio nome da Yataroo a Issa. In giapponese il termine "issa" indica la tazza di thè ed è simbolo di sincerità e purezza. Nel 1791 ritorna a casa e nel 1792 inizia una serie di pellegrinazioni per tutto il Giappone. Nel 1798 inizia a pubblicare le sue poesie che suscitano un certo interesse. Ben presto diventa famoso ma ciò non lo renderà ricco. Nel 1812 si sposa per la prima volta. Dal primo matrimonio avrà quattro figli che moriranno tutti in tenerissima età seguiti, a pochi mesi, dalla morte della moglie. Rimasto vedovo si risposa per una seconda volta, ma la seconda moglie lo lascerà pochi mesi dopo. Se pur riluttante, nel 1828 si risposa per la terza volta e proprio nello stesso anno la sua casa (in Giappone sono fatte di carta) va totalmente in fumo. É costretto quindi ad abitare in un magazzino, dove le pulci daranno il definitivo colpo di grazia alla sua salute già cagionevole. Dalla terza moglie avrà comunque una bambina che però non conoscerà mai.
Issa è considerato il poeta delle piccole cose, in quanto spesso nei suoi componimenti appaiono animali, oggetti, situazioni, considerati insignificanti e spesso ignorati o detestati (come bruchi, mantidi, formiche, ecc).