mercoledì 18 maggio 2011

OMAGGIO A JOHANN SEBASTIAN BACH

Prendendo la palla al balzo lanciata dalla mia amica Elena, vi posto il film "Sul nome Bach" di Francesco Leprino. Nel blog di Fiordiligi di Elena potete trovare tutte le informazioni che potete leggere qui. Io mi limito a proporvi l'interessante film-documentario sulla vita di Bach lasciando ad altri, ben più esperti di me in musica, il compito di commentarlo.
Il film inizia dalla fine, quando Johann Sebastian Bach, ormai cieco, viene sottoposto a una operazione di rimozione di cataratta. E' il 1750 e il nostro Johann sembra soffrire, dai sintomi descritti, di glaucoma. L'operazione, visto le scarse concoscenze scientifiche del tempo, non ha successo ma il 18 luglio, in maniera improvvisa, Bach riacquista la vista, appena in tempo per morire poco dopo a causa di un ictus. E' il 28 luglio 1750. Bach ci lascierà in eredità una produzione sterminata, tra cantate, lavori per organi, studi, suite, e una ventina di figli, molti dei quali continueranno l'opera del padre.


Preludio


Parte 2 - Eisenach


Parte 3 - I primi anni a Lipsia


Parte 4 - Anna Magdalena e Figli


Parte 5 - Conflitti


Parte 6 -Un grande Clan...


Parte 7 - Harmonia Mundi


Parte 8 - Nella mia fine è il mio inizio

sabato 14 maggio 2011

LA POESIA DEL MESE DI MAGGIO


 LA POESIA DEL MESE DI MAGGIO

Onozukara
tsuki yadoru beki
hima mo naku
ike ni hachisu no
hana sakinikeri


Spontaneamente,
come la luna
che non si ferma,
sboccia nel laghetto
il fiore di loto.

Saigyō (Satō  Norikiyo) (1118-1190)

Breve Biografia:
Nato a Tokio nel 1118 da un samurai, venne subito educato rigidamente alle arti marziali e alla letteratura. A 18 anni di arruola nelle guardie private dell'imperatore Toba, arrivando in breve tempo al grado di capitano e godendo della stima di tutti. Dopo appena cinque anni di vita militare, in una notte di luna del 1140, smette le vesti di capitano imperiale e si fa monaco cambiando il proprio nome in Saigyō (letteralmente "andare verso l'Occidente"), gettando in confusione l'intera corte imperiale. Da questo momento poi abbandonerà ogni cosa per vivere in solitudine in un eremo, alla ricerca della illuminazione buddista che gli permetteranno di entrare nel Paradiso d'Occidente della Terra Pura. La solitudine dell'eremo, così tanto ricercato da Saigyō verranno di tanto in tanto interrotti da vari pellegrinaggi, a volte estenuanti e difficili. Anni prima aveva composto un tanka, assai famoso in Giappone "Vorrei morire / a primavera / sotto i ciliegi in fiore / nella luna piena / del secondo mese". Ciò si verificherà il 16 febbraio 1190.
Così come Bashō è considerato il massimo poeta di haiku, Saigyō sarà ricordato come il massimo poeta di tanka e anche come il poeta, che più di ogni altro ha cantato la luna e i fiori.

Piccolo Dizionario: Hana letteralmente significa "fiore". Quando compare da solo, senza altra denominazione, il termine hana si riferisce al solo fiore di ciliegio per il quale i giapponesi vanno pazzi tanto da festeggiarne la fioritura con veri e propri bollettini meteo. In questa poesia hana è accompagnato da altri due termini che lo fanno indentificare con il fiore di loto (hachisu no hana).

Commento: Tecnicamente questo componimento è un tanka essendo composto da 5-7-5-7-7 sillabe suddivise su 5 strofe. La poesia ci rimanda a una splendida visione notturna che mette in connessione tra di loro il lento movimento della luna nel cielo con il lento sbocciare del fiore di loto dai mille petali
Se si potesse commentare la poesia con una frase si potrebbe dire "Così in cielo, così in terra".
Due sono i sostantivi su cui poggia il componimento, la luna che si muove in cielo, e il fiore di loto, che lentamente dispiega i suoi petali. Entrambi i movimenti sono inarrestabili, non si possono fermare, sono inesorabili e rafforzano insieme la visione notturna di pace e tranquillità che traspare tra le righe.

domenica 8 maggio 2011

venerdì 6 maggio 2011

CONTRO IL NUCLEARE

 
 
Il nucleare in Italia, si sà, è stato bloccato da un referendum del 1987. Il 12 e 13 giugno si voterà (forse) di nuovo per un referendun che ancora una volta (e non bastava il primo ?) si ripropone per l'abrogazione dello sviluppo del nucleare in Italia. E nei nostri stati confinanti, Svizzera e Francia in primis, cosa succede ?
C'è lo spiega una trasmissione della Radio Televisione Svizzera Italiana. Il nome di questa trasmissione, simile come taglio al nostro "Report" di Rai Tre, è Falò.

Il Link sono qui sotto:

http://la1.rsi.ch/falo/welcome.cfm?idg=0&ids=955&idc=41905
 
http://la1.rsi.ch/falo/welcome.cfm?idg=0&ids=955&idc=41906

Fate copia e incolla nella barra degli indirizzi, linkate sul video in streaming e inorridite di quello che sta succedendo in Francia e in Svizzera.

mercoledì 4 maggio 2011

ALBERO DI GIUDA


Cercis siliquastrum - Judasbaum by steffi's

L’ALBERO DI GIUDA

Famiglia: Leguminosae
Nome botanico: Cercis siliquastrum

Descrizione: altezza 8 m (30 m); chioma irregolarmente sferica, espansa; tronco eretto, sinuoso; rami flessuosi; corteccia nerastra con screpolature brune;
Fogliame: deciduo; Foglie: semplici, rotonde, reniformi, di 5-10 cm di diametro, margine intero, sopra lucide, con nervatura a ventaglio; l’apice termina con una piccola punta; picciolo di 5 cm; inserzione alterna; Fiori in brevi racemi di 3-6 fiori, anche sul tronco; fiori papilionati di 2 cm, rosso-violacei, simili a quelli di pisello; fioritura da marzo a maggio, prima delle foglie;
Frutti: legumi di 10-15 cm, piatti, prima porporini, poi a maturità bruni, attaccati alla pianta fino all'inverno.

Etimologia: Il nome del genere “Cercis” deriva dal greco e significa “spola” in riferimento alla forma dei baccelli simili allo strumento utilizzato per la tessitura; il nome della specie “siliquastrum” indica la somiglianza dei frutti con quelli del carrubo (Ceratonia siliqua).
Il nome volgare di “albero di Giuda” è probabilmente una storpiatura del nome di “albero della Giudea”, regione dell’attuale stato di Israele dove l’albero è molto diffuso.

Curiosità
Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire. Poi, messolo in catene, lo condussero e lo consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d`argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: “Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente”. Ma quelli dissero: “Che ci riguarda? Veditela tu!”. Ed egli, gettate le monete d`argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.
(Mt 27, 1-5, Versione CEI del 1974).

Fin qui la bibbia ! La tradizione popolare ha subito cercato di individuare l’albero in questione e il volgo ha intravisto nei rami contorti e slanciati di questa pianta, i candidati ideali su cui Giuda si sarebbe tolto la vita. La leggenda inoltre indica nei colore dei fiori le lacrime di Cristo, scaturite per la vergogna del tradimento compiuto.
In Spagna lo stesso albero è detto “albero dell’amore” in quanto porta fortuna baciarsi sotto le fronde in fiore.


La ricerca ossessiva di un di un candidato ideale su cui il discepolo si sarebbe suicidato, ha generato in passato una vera e propria selva di alberi, un esercito di arbusti, tutti scaturiti dalla fervida e fantasiosa mente popolare, che ha voluto così tappare le numerose “lacune” della Bibbia. La lista di tali piante è lunga e comprende specie molto lontane tra loro. Tra di esse citiamo la rosa canina (in tedesco i frutti vengono chiamati Judasbeeren ossia “bacche di Giuda”), il fico selvatico (a causa del gesto, il fico selvatico non riuscirebbe a portare a maturazione i suoi frutti), il carrubo selvatico, il pioppo tremulo (in Russia si dice che le foglie iniziarono a tremare nell’aria proprio a causa del suicidio di Giuda), il tamerice, lo spino di Giuda, e molti altri.

Il legno è impiegato in lavori di ebanisteria e al tornio, grazie alla durezza e al bel colore rosso venato di scuro. Ha proprietà tintorie. I fiori sono eduli previa conservazione sotto aceto, oppure possono essere consumati freschi in insalata assieme ad altre verdure; eduli sono pure i semi, farinosi ed energetici.
Una particolarità di quest’albero è dovuto a un fenomeno botanico non molto diffuso nel regno vegetale: si tratta della caulifloria ovvero dalla comparsa di fiori non solo sui rami, dove è normale che appaiano, ma anche direttamente dal tronco.