sabato 14 maggio 2011

LA POESIA DEL MESE DI MAGGIO


 LA POESIA DEL MESE DI MAGGIO

Onozukara
tsuki yadoru beki
hima mo naku
ike ni hachisu no
hana sakinikeri


Spontaneamente,
come la luna
che non si ferma,
sboccia nel laghetto
il fiore di loto.

Saigyō (Satō  Norikiyo) (1118-1190)

Breve Biografia:
Nato a Tokio nel 1118 da un samurai, venne subito educato rigidamente alle arti marziali e alla letteratura. A 18 anni di arruola nelle guardie private dell'imperatore Toba, arrivando in breve tempo al grado di capitano e godendo della stima di tutti. Dopo appena cinque anni di vita militare, in una notte di luna del 1140, smette le vesti di capitano imperiale e si fa monaco cambiando il proprio nome in Saigyō (letteralmente "andare verso l'Occidente"), gettando in confusione l'intera corte imperiale. Da questo momento poi abbandonerà ogni cosa per vivere in solitudine in un eremo, alla ricerca della illuminazione buddista che gli permetteranno di entrare nel Paradiso d'Occidente della Terra Pura. La solitudine dell'eremo, così tanto ricercato da Saigyō verranno di tanto in tanto interrotti da vari pellegrinaggi, a volte estenuanti e difficili. Anni prima aveva composto un tanka, assai famoso in Giappone "Vorrei morire / a primavera / sotto i ciliegi in fiore / nella luna piena / del secondo mese". Ciò si verificherà il 16 febbraio 1190.
Così come Bashō è considerato il massimo poeta di haiku, Saigyō sarà ricordato come il massimo poeta di tanka e anche come il poeta, che più di ogni altro ha cantato la luna e i fiori.

Piccolo Dizionario: Hana letteralmente significa "fiore". Quando compare da solo, senza altra denominazione, il termine hana si riferisce al solo fiore di ciliegio per il quale i giapponesi vanno pazzi tanto da festeggiarne la fioritura con veri e propri bollettini meteo. In questa poesia hana è accompagnato da altri due termini che lo fanno indentificare con il fiore di loto (hachisu no hana).

Commento: Tecnicamente questo componimento è un tanka essendo composto da 5-7-5-7-7 sillabe suddivise su 5 strofe. La poesia ci rimanda a una splendida visione notturna che mette in connessione tra di loro il lento movimento della luna nel cielo con il lento sbocciare del fiore di loto dai mille petali
Se si potesse commentare la poesia con una frase si potrebbe dire "Così in cielo, così in terra".
Due sono i sostantivi su cui poggia il componimento, la luna che si muove in cielo, e il fiore di loto, che lentamente dispiega i suoi petali. Entrambi i movimenti sono inarrestabili, non si possono fermare, sono inesorabili e rafforzano insieme la visione notturna di pace e tranquillità che traspare tra le righe.

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