venerdì 30 luglio 2010

MILANO...DA LEGGERE




É già passata una settimana e già mi manca la libreria Hoepli a Milano. Un palazzo, cinque piani (compreso quello interrato), milioni di libri, da sfogliare e da leggere. La parte del leone la fanno i testi universitari ma non mancano anche i libri "più commerciali". Naturalmente prima ho fatto pure una capatina alla Feltrinelli, nella Galleria Vittorio Emanuele, proprio sotto alla Ricordi. Poi mi sono fatto pure la Mondadori Multi Center (se andate al MAC la potete intravvedere dal piano superiore mentre mordete affamati un panino che di sicuro attenterà alle vostre coronarie), ma è stata una delusione, dentro vi ho trovato i libri di Euroclub, proprio loro, con cui anni fa avevo litigato a causa delle loro proposte commerciali.
La Hoepli val bene un viaggio a Milano. Per raggiungerla è facile. Partite dalla Stazione Centrale FS e prendete la metro linea gialla M3, sbarcate in Piazza Duomo, date un 'occhiata alla magnifica facciata del '300 circa e ammirate il gotico padano. Fatto ? Ora andate dietro il Duomo e imboccate il Corso Vittorio Emanuele. Girate alla prima a sinistra (Via Agnadello) e poi la prima a destra (Via Hoepli) e siete arrivati.
Se vi perdete e non avete stampato queste mie indicazioni, niente panico. Andate alla Ricordi e scendete con cautela le scale. Entrate così nella Feltrinelli. Andate al reparto mappe e con nonchalance (non si fa ma fatelo lo stesso) consultate la guida di Milano. Nel uscire acquistate una matita o una penna o altro (dopo tutto la mappa di Milano l'avete consultata, o no ? Anche questo è una forma di rispetto verso chi nella libreria ci lavora e ci campa !) E ora andateci, entrateci e meravigliatevi.

P.S. Ai lettori, vorrei segnalarvi il nuovo sito blog amico, quello di O-Mewe+. Lo trovate a Destra nell'elenco dei Blog Amici.

giovedì 29 luglio 2010

É NATA !!!!

        
          Finalmente è nata Sara. Da ieri sera sono ufficialmente zio.
          

mercoledì 28 luglio 2010

POLIUTO

Una mia carissima amica (Elena, è sempre lei !), mi ha chiesto se avessi leggende sull'arpa, magari giapponesi o cinesi. Putroppo non ho nulla ma ho scoperto qualcos'altro che forse non le dispiacerebbe troppo ed è contenuta in un'opera lirica: Poliuto di Gaetano Donizetti.
Quest'opera, la numero 37, è l'ultima della sua produzione italiana e fu anche la causa del suo trasferimento a Parigi, fuori dalla censura borbonica.
Commissionata dal Teatro San Carlo di Napoli nel 1837 non fu mai pubblicata anzi fu bloccata dalle loro maestà borboniche poichè considerata di contenuto "troppo sacro". L'opera infatti narra della conversione, sotto l'imperatore Decio Severo, di Poliuto e di sua moglie Paolina che naturalmente verranno per questo martirizzati nell'atto finale.
Poichè pure il re di Napoli si mosse per annulare la prima, a Donizetti non rimase altro che trasferirsi a Parigi attirandosi le ire dei compositori francesi. Sembra che fossero gelosi a tal punto che più di uno sbottò dicendo che egli (Donizetti) si era preso tutti i teatri della capitale e che per loro non c'era più spazio.
Poliuto fu inscenato all'Operà di Paris con il titolo di "Les martyrs".
Ecco per voi l'overture.


Nell'ultimo atto è contenuto il duetto "Il suon dell'arpe"

giovedì 15 luglio 2010

DUETTO

Recentemente ho trovato questa bellissimo duetto tra Celine Dion, che canta in inglese, e Yuna Ito, che canta invece in giapponese.

La canzone è "A World To Believe In" . Il titolo originale giapponese è "Anata ga Iru Kagiri".

Buon Ascolto



Qua sotto il testo:

I've seen the tears and the heartache
And I've felt the pain
I've seen the hatred
And so many lives lost in vain

And yet through this darkness
There's always a light that shines through
And takes me back home
Takes me back home

Takai kabe no mukou
Nani ga attemo
Nigetakunai
Arukitsuzukeyou
Wasurenaide

You gave me a world to believe in
You gave me a love to believe in
Ai no tame ni
Tsuyokunareru
Anata ga iru kagiri

Namida de afureru kokoro wo
Yorisou you ni daite kureta
Kizukeba hitori de wa nakatta
Kaze no hi mo
Ame no hi mo

And I see for one fleeting moment
A paradise under the sun
I drift away
And I make my way back to you
Wasurenaide

You gave me a world to believe in
You gave me a love to believe in
Nando datte
Yarinaoseru
Ashita ga aru kagiri

Hito wa kizutsuku tabi ni
Hontou ni taisetsu na
Kotae ni chikazukeru kara

You gave me a world to believe in
You gave me a love to believe in
Ai no tame ni
Tsuyokunareru
Anata ga iru kagiri

You gave me a world to believe in
You gave me a love to believe in
Nando datte
Yarinaoseru
Ashita ga aru kagiri

Anata ga iru kagiri
Anata to iru kagiri

Ikiteyukou

lunedì 12 luglio 2010

Monte Fuji



 Questa bellissima foto è un' immagine del monte Fuji, il vulcano giapponese più famoso del mondo. Generalmente gli occidentali lo chiamano Fujiyama  (in giapponese 富士山) ma la corretta pronuncia è Fujisan. La forma conica quasi perfetta la rendono una montagna sacra. Dalla sua vetta furiescono due sorgenti d'acqua considerate anch'esse sacre. Anche se è considerato un vulcano attivo, non è così pericoloso come il vesuvio. L'ultima eruzione accertata è avvenuta nel 1708.

Perchè il monte Fuji si pronuncia Fujisan e non Fujiyama ?

Nel IV secolo la Corea chiese aiuto al Giappone in seguito a una contesa territoriale con la Cina. Come ringraziamento la Corea inviò in Giappone i suoi ambasciatori che portarono con se non solo la dottrrina buddista ma anche i sutra, ovvero i discordi del Budda. Putroppo i sutra erano scritti in caratteri cinesi (e non in coreano). I giapponesi però, nel IV secolo, avevano già una propria lingua, diversa dal cinese, ma non un sistema di scrittura. Fu così che ad ogni ideogramma si associarono due pronuncie: una cinese e una giapponese. Non vi è una regola fissa ma nel 90% dei casi quando un Kanji è isolato esso va pronunciato "alla giapponese", mentre quando appare insieme ad altri ideogrammi esso va pronunciato "alla cinese". 

Curioso è il significato moderno che formano il nome della montagna. 

Partiamo però dal terzo ideogramma 山 che si pronuncia "san" oppure "yama" e che significa "montagna".  Se lo guardate bene sembra un monte con tre picchi molto stilizzati.

Il primo ideogramma 富, che si pronuncia FU, significa "abbondanza". Se lo osservate bene inferiormente presenta un quadrato diviso in quattro parti. É il simbolo del campo di riso, considerato la vera ricchezza, e quindi per estensione anche di abbondanza, dei coltivatori giapponesi.

 Il secondo Kanji 士, che si pronuncia DO, ma anticamente veniva pronunciato JI, significa "terra, suolo".  Tra i kanji è considerato un "radicale" e questo fa si che quando appare in un altro kanji, (sopra, sotto o di lato) questo ultimo avrà un significato attinente al suolo o alla terra .

Presti tutte è tre insieme il nome Fujisan potrebbe significare "Montagna dalla terra che da abbondanza, ricchezza".  In realtà nessuno sa esattamente da dove derivi il nome ma molti ritengono che gli ideogrammi siano stati scelti più per la loro pronuncia che per il loro reale significato. 


sabato 3 luglio 2010

LA POESIA DEL MESE DI LUGLIO


Koto ni idete
iwanu bakari zo
minasegawa
shita ni kayoite
koishiki mono o


Non rivelo
con parole il mio amore;
ma il mio anelito, profondo
come fiume sepolto,
fluisce segretamente verso di te.



(Ki No Tomonori (m. 905 ) - Kokin, 12, 607

Questa splendida poesia di Tomonori si riferisce all'amore segreto verso la donna da lui amata. É quasi un amore adolescenziale. L'amore non viene espresso a parole o gesti ma tuttavia esiste ed è nascosto nel cuore di chi ama per confluire, in gran segreto, verso l'amata.
Questo componimento si trova nel Kokin Waka Shuu (letteralmente "Raccolta di poesie antiche e moderne"), dodicesimo rotolo (dedicato alle poesie d'amore).
Redatto intorno al X secolo per ordine dell'imperatore Daigo (897-930), il Kokin raccoglie 1111 poesie di diverso genere e, per ordine imperiale, non comprende nessuna poesia contenente nel Man'yooshuu (letteralmente "Raccolta di diecimila foglie". Contiene più di 4000 componimenti). Tutti i componimenti sono stati compilati e ordinati in 20 rotoli ognuno dei quali dedicati a un argomento diverso. E così troviamo quali argomenti poetici la primavera, l'estate, l'inverno, l'autunno, l'amore, le felicitazioni, le separazioni, i viaggi, i nomi di cose, le elegie, poesie varie, poesie di varia forma e i canti della corte. Successivamente Fuijwara No Teika (1162-1241) ne curerà una nuova edizione che è quella tuttora utilizzata e letta in Giappone.La raccolta  si apre con una splendida introduzione di Ki No Tsurayuki che riporto integralmente:
"La poesia giapponese, avendo come seme il cuore umano, si realizza in migliaia di foglie di parole. La gente in questo mondo, poiché vive fra molti avvenimenti e azioni, esprime ciò che sta nel cuore affidandolo alle cose che vede o sente. Si ascolti la voce dell'usignolo che canta tra i fiori o della rana che dimora nell'acqua; chi, tra tutti gli esseri viventi, non compone poesie ?  La poesia, senza ricorrere alla forza, muove il cielo e la terra, commuove perfino gli spiriti invisibili e le divinità, armonizza anche il rapporto tra l'uomo e la donna, pacifica pure l'anima del guerriero feroce"

Un commentatore del Kokin, Fujiwara No Shunzei (1114-1204) aggiunge:
"E dunque, se non ci fosse la poesia, pur visitando il fiore di primavera o guardando le foglie autunnali, nessuno capirebbe né il colore né il profumo; allora in che cosa si potrebbe riconoscere l'essenza del bello ?" 

giovedì 1 luglio 2010

FRANCESCO VIGNALI: "Re Fa Mi Sol Amor", madrigale a 2

Francesco Vignali, nato nel 1589, fù un compositore rivalorese un pò dimenticato. Della sua vita sappiamo poco tranne che lavorò a Casalmaggiore (CR) verso l'anno 1632 e che compose diverse musiche e canti (alcuni perduti) in onore di Scipione Gonzaga, Principe di Bozzolo e Sabbioneta (la piccola Atene).

Quello che vi presento, abilmente suonato da Guarneri e compagnia, è un madrigale. Più sotto troverete anche il testo.
Molti di voi si chiederanno, "cos'è un madrigale ?". Cerco di spiegarvelo in poche righe.

Il madrigale nasce come poesia, con il preciso intento di essere musicata. É quindi il connubio perfetto tra musica, testo e canto. Il testo del madrigale è di lunghezza variabile, va da gli otto ai tredici versi in genere di undici sillabe, normalmente con piedi di tre versi. Eccovi un esempio di madrigale di Pascoli.

Il Piccolo Bucato

Come tetra la sizza che combatte
gli alberi brullie fa schioccare le rame
secche, e sottile fischia fra le fratte !


Sur una fratta (o forse è un biancor d'ale ?)
un corredino ride di quel marame:
fascie, bavagli, un piccolo guanciale.


Ad ogni soffio del rovaio, che romba,
le fascie si disvincolano lente;


e da un tugurio triste come tomba
giunge una nenia, lunga, paziente.
                                                          (Giovanni Pascoli, Myricae)

Lo schema metrico è ABA CBC DE DE



Refami sol, Amor, quel che m'hai tolto
che io lascerò di seguitar costei.
Refam'il tempo che n'amarla ho speso,
e'l sangue mi sia reso
ch'ho consumato con dir tanti omei.
Ma se poco né molto
ciò far atto non sei,
fa che con ella almen, cessato il lutto,
di tanto longo amore riceva il frutto
                                                                                                                 (Testo di anonimo)

Lo schema metrico è ABC CBA AB DD

Altri madrigali di Vignali ed altre esecuzioni di Guarneri li si possono trovare sul canale tematico di Youtube: "Adottasipubblico" ovvero qui