lunedì 6 giugno 2011

POSTE DI CASA NOSTRA

Venerdì 3 giugno. 
Dopo il lavoro, verso le 12.30, prendo la posta dell'ufficio da spedire. Chiedo i soldi a quel tirchio del capo che con riluttanza me li concede. Vado nell'ufficio postale più vicino e neanche il tempo di entrare che mi sento dire "É tutto bloccato !".
"Vabbè", rispondo, "spedirò domani" ed esco.

Sabato 4 giugno
Mi reco nuovamente alle poste per spedire le mie raccomandate. L'ufficio è quello del mio paese. Dentro vi sono dei pensionati che attendono di ritirare la pensione. Vi sono anziani in altra concentrazione. Io, da buon cittadino, mi accodò. E attendo. E attendo. E attendo. E attendo il mio turno. Una musichetta mi risveglia dall'oblio dei miei pensieri. É la sigla di apertura di Windows. La cosa mi preoccupa un tantino. La fila procede. Era un falso allarme. Un sospiro di sollievo, un fazzoletto sulla fronte per detergermi il sudore che cola e riprendo ad attendere. Passa un un'ora (gli anziani sono lunghi a riscuotere la pensione). I pensionati iniziano a fare i loro calcoli "Allora lei è venuto prima o dopo di me ?...no, ci sono prima io, poi ce lei mentre lei è venuta dopo" sento esclamare. "Ancora uno" penso invece io. Ecco è venuto il mio turno. Ci siamo. Mi avvicino allo sportello con le mie raccomandate in mano come un corridore olimpionico in procinto di varcare il fotofinish...maledetta musichetta di apertura di windows.
"Mi dispiace", fa la postina, "si è bloccato tutto !". Disperato nascondo le raccomandate e supplichevolmente chiedo "Non è che potrebbe gentilmente darmi dei francobolli ?". E lei, sillabando bene le parole, neanche fossi un extracomunitario, "NO, NON POSSO. HO IL COMPUTER BLOCCATO".
Esco dalle poste seguito dallo scodazzo di tutti i pensionati. Mi reco dal tabacchino. Chiedo i francobolli e racconto l'accaduto. Loro, i gestori, si mettono a ridere. "Siamo in Italia, tesoro".

E ora immaginate per un attimo se il blocco delle poste a livello nazionale (iniziato il 1 giugno 2011) avvenisse su una centrale nucleare ! Se ci avete pensato correreste come il vento il 12 e 13 giugno a fare la crocetta sul "SI" del referendum per abrogarlo. Così in caso di esposione non sentireste la fatidica frase "Siamo in Italia, tesoro".

1 commento:

  1. Sulle peripezie non c'è nulla da ridere, ma il finale vale il post!

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