venerdì 10 settembre 2010

VOYNICH

Il manoscritto Voynich è un grazioso codex scritto in una lingua misteriosa. Il libretto contiene immagini di piante e fiori, riferimenti astrologici e disegni. Molti sono gli studiosi che si sono letteralmente impatanati in questo misterioso scritto.
Nel 1912 fu acquistato da Wilfrid Voynich, libraio statunitense in cerca di rarità, dal collegio dei gesuiti di Villa Mondragone, vicino a Frascati. Il volume fu messo in vendita, insieme ad altri trenta, poichè il collegio aveva bisogno di fondi per la ristrutturazione dell'edificio.
Esso costa di 204 pagine di pergamena in folio (piegate a metà per formare 2 pagine e 4 facciate). Alcuni fogli sono però piegati in sei parti, in maniera del tutto inuale. Misura 16 X 22 X 4 cm
Su chi effetivamente lo abbia redatto sono state avanzate diverse ipotesi:
1) Jacobi Tepenece. La sua firma compare, semi cancellata, sul frontespizio. Tepenece fu il principale alchimista e erborista di Rodolfo II (Vienna 1552-Praga 1612) imperatore del Sacro Romano Impero.L'imperatore si servì di molti ritrovati erboristici di Tenepece e alla sua morte fù donato per saldare i numerosi debiti contratti con l'erborista.
2) Leonardo da Vinci. Alcuni disegni farebbero alludere alla data di nascita (ora, giorno e mese). Altri sono somiglianti a quelli del giovane Leonardo.
3) Ruggero Bacone (1214-1294), filosofo e frate francescano. Alcuni disegni alludono a studi sulla luce e sulla riffrazione a cui Bacone era fortemente interessato. Altri particolari sembrano disegnati come se fossero stati osservati attraverso una lente d'ingrandimento. Anche lo studio delle lenti rientrava negli ambiti di Bacone.
4) Edward Kelley (1555-1597), mago, alchimista e truffatore. Alcuni ipotizzano che lo abbia scritto proprio lui, inventandosi un idioma e vendendolo a caro prezzo all'imperatore Rodolfo II. Kelley affermava di tramutare il piombo in oro e di parlare con gli angeli.

Attualmente si è scoperto che gli inchiostri utilizzati per i disegni sono di natura minerale, di buona qualità e molto costosi così come la pergamena di cui è costituito.
La datazione al radio carbone lo colloca tra il 1404 e il 1448 spiazzando tutte le ipotesi sull'autore fatte finora. Inoltre in uno dei tanti schizzi si possono notare delle torri merlate a coda di rondine e questo fa sì che il luogo di origine sia ristretto all'Italia Settentrionale.
Al momento il testo del codex ha resistito a tutti i tentavi di decifratura e rimane pertanto oscuro così come l'autore e il motivo della sua cifratura.



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