sabato 26 marzo 2011

MUSICA DODECAFONICA PER CHI NON SUONA

Per molti appassionati di musica classica, la dodecafonia rappresenta la parte più indigesta. Ma che cos'è la dodecafonia ? Il termine, mutuato dal greco, significa "dodici note". Qualcuno obbietterà: "Ma non erano sette ?" Per poter spiegarvi cos'è partiamo da un compositore, ovvero lui:






Il suo nome è Arnold Schönberg (1874-1951), compositore appartenente alla seconda scuola viennese (alla prima appartenevano Mozart, Haydn, Brahms, ecc). I suoi esordi sono del tutto normali e le sue primissime composizioni riflettevano lo stile in voga nel periodo in cui visse: a quei tempi erano di gran moda le musiche e le opere di Wagner e Strauss [che non è quello dei valzer ma un'altro] e le sinfonie di Mahler). Poi, così come successe anche in campo poetico, decise per la sovversione di tutte le regole matematiche che sull'armonia si erano fino allora appoggiate, fino a crearne di nuove e rompere in maniera definitiva con il passato.
E' così che nacque la musica dodecafonica. Ma cos'è esattamente ?
Per spiegarvelo dovete sedervi a un pianoforte. Lo avete fatto ? Ops, non avete un piano ? Ve lo fornisco io !


Se lo osservate attentamente noterete che un pianoforte è costituito da una successione di tasti neri e bianchi. I tasti bianchi rappresentano una nota mentre i tasti neri una seminota (si chiamano diesis oppure bemolle a seconda del tasto bianco di riferimento). Se siete molto attenti noterete anche che i tasti neri non sono distribuiti in maniera uniforme: sono infatti ragruppati a due o a tre e servono, non solo a fare musica, ma pure per orientare il pianista sulla tastiera. Partendo dal do (guardando la figura è il tasto bianco subito prima del terzo tasto nero da sinistra) e andando al successivo do conterete esattamente sette tasti bianchi corrispondenti alle sette note naturali: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si. Ed è su queste sette note che si appoggiano tutte le regole dell'armonia, sia musicali che matematiche. Tra un Do e l'altro sono quindi compresi cinque tasti neri.
Il nostro Schönberg, che era un innovatore e amava divertirsi con la musica, decise che era giunto il momento di sovvertire le regole e di considerare note pure i tasti neri. Quindi la nuova scala, da Do a Do, divenne: Do, Do diesis, Re, Re diesis, Mi, Fa, Fa diesis, Sol, Sol diesis, La, La diesis, Si. In tutto dodici note.
Schönberg andò oltre e si autostabilì delle regole proprie come quella di non utilizzare una determinata nota se non dopo aver utilizzato tutte le altre restanti undici o anche quella di crearsi una propria scala musicale che non seguisse però la scala naturale. Fù cos' che, in un sol colpo, le scale armoniche andarono letteralmente a farsi benedire.
E ora che sapete che cos'è la musica dodecafonica provate ad ascolare come suona:

Arnold Schönberg, Pierrot Lunaire, Op. 21 - Prima parte.
Curiosità: alla prima di Pierrot Lunaire, avvenuta nel 1916, scapparono tutti dalla sala del teatro.



Da questa mia esposizione semplicistica sulla dodecafonia avrete sicuramente capito perchè è indigesta !

2 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=inrIDGKGyqQ

    Andate su questo sito.

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  2. Ti ringrazio anonimo della segnalazione.

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