domenica 4 aprile 2010

LA POESIA DEL MESE DI APRILE



Mizuumi mitsuru
michi fukure
gekkoo afure.

Il lago si è riempito,
e ora straripa con l'acqua
la luce della luna.
                          (Ogiwara Seisensui - 1884-1976)

Commento: questo splendido haiku è un piccolo gioiello di poesia contemplativa e dimostra come, con poche parole, si possa descrivere molte più cose di quante se ne vorrebbero dire. Esso infatti rimanda a una visione di un lago dopo le pioggie. Il lago è talmente pieno che le acque straripano. L'haiku ci dice, indirettamente, che è notte e che il cielo è sereno. Questo senso di serenità e di quiete è ribadito dal fatto che la luna (in giapponese Gekkoo = luna piena) si riflette nelle acque calme del lago.
L'haiku ha un'altra particolarità. Ve ne siete accorti ? Manca il kigo, ovvero il riferimento stagionale.
Verso la fine dell'ottocento e inizii del novecento molti poeti occidentali andranno incontro a un fenomeno di rottura con la tradizione. Già il verismo aveva minato il senso poetico tradizionale con una definitiva e voluta rottura dei valori e ideali romantici. La frattura tra il nuovo e il vecchio si accentuerà  alla vigilia della prima guerra mondiale per culminare nelle correnti poetiche futuriste e surrealiste che troveranno e sperimenteranno nuovi modi di fare poesia.
Una cosa del genere accadrà anche in Giappone dove numerosi poeti, per loro scelta, si rifiuteranno categoricamente di introdurre il kigo nei loro haiku. Addirittura si arriverà ad alcuni gruppi di poeti che spazzeranno via l'originaria metrica, 5-7-5 sillabe più kigo, e conserveranno soltanto il numero di versi (tre) di lunghezza diversa da quella tradizionale.

Breve biografia: Ogiwara è nato nel 1884 a Tokio. All'età di quindici anni pubblica la sua prima poesia. Nel 1908 si Laurea in Linguistica e tre anni dopo fonda una rivista specializzata in haiku. Fu uno dei primi a tradurre Goethe dal tedesco in giapponese. Dopo la morte della made, del figlio e della moglie, avvenute in rapida sucessione, divenne monaco buddista e visse come pellegrino. Pubblicò quasi 400 volumi tra poesie, traduzioni, critiche e studi poetici. Nel tentativo di rinnovare l'haiku abolì l'uso del kigo.

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