domenica 22 agosto 2010

FATALITA`




Lunedì 9 agosto. Il tempo a Soraga, il primo paese della Val di Fassa, è bello. Il sole splende. Il dottore, il nostro arzillo capobanda di 82 anni, decide per una passeggiata in Val San Nicolò. 600 metri circa di dislivello. Prendiamo quindi la macchina è andiamo prima a Pozza e poi nella valle. Parcheggiamo nell'ultimo parcheggio, quello subito dopo la chiesetta. Scendiamo dalle auto e ci incamminiamo verso il rifugio San Nicolò. Il dottore ammira la valle e ci racconta tutti i suoi ricordi: la chiesetta del Cristo dondolante, il Col Ombert, la palestra di roccia, la grotta di Lourdes. " Qui venivamo a chiedere il latte", ci dice, "Sapessi che lavorata per portare l'acqua !" e ci racconta l'avventura della messa in posa di enormi tubi attraverso i pascoli. Quasi la rimpiange la valle il dottore.
La camminata verso il rifugio è dolce nel primo tratto. La pendenza è lieve ma non faticosa e lentamente saliamo verso l'ultimo tratto. L'ultima parte del cammino sale rapidamente con una serie di tornanti. Si fa fatica a salire. I miei compagni sono molto più veloci di me. Io, al contrario, sono costretto a fermarmi spesso per prendere fiato. Circa a metà del percorso lì vedo fermi sopra di me. "Perchè mi stanno aspettando ?" mi domando. Non l'hanno mai fatto. Salgo e arranco come una vecchia locomotiva. Arrivato al loro livello capisco tutto. Sottovoce qualcuno si avvicina a me. "É morto !" mi sussurra nell'orecchio. Lo vedo disteso in mezzo al sentiero. É un uomo, tedesco, di età compresa tra i 75 e gli 80 anni. Almeno così mi dicono perchè io non riesco a vederlo in faccia. Alcuni altri escursionisti, infermieri capitati lì quasi per caso, si sono fermati per i primi soccorsi. Discosta ai lati una signora bionda piange mentre un'altra al cellulare quasi urla quello che è accaduto. Un infarto. "...ha mangiato poco...pane e latte..." colgo parole a casaccio. Il dottore squote il capo. L'elicottero arriva. La donna bionda è sempre ai lati che non sa che fare. Singhiozza. I soccorritori tentano il tutto per tutto, flebo, massaggio, respirazione forzata, defibrillatore. L'aria mi porta altre parole "...c'è il polso ma non il battito...". Il dottore scuote ancora una volta il capo. Io poco più in là sento un revolo di vento passarmi accanto. É morto. Prego per lui mentre ora la donna bionda piange.
Mi immagino il Cristo dondolante della chiesetta dei caduti muoversi di qua e di là, mosso da quello spirito che ha appena abbandonato questa terra. 

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