domenica 14 giugno 2009

PINI NELLA NEBBIA


Immaginate per un attimo di essere in una foresta, magari una di quelle che adornano le pendici delle nostre care montagne alpine. Ora immaginate che una coltre spessa di nebbia vi colga di sorpresa. Come dipingereste tutto ciò? É possibile raffigurare la nebbia ? Questo problema è stato risolto da uno dei più grandi pittori del rinascimento giapponese, Hasegawa Tohaku (1539-1610). Discepolo di Kano Shoei superò ben presto le abilità del maestro. Nel 1571 si reca a Kioto ed entra in contatto con i monaci buddisti che gli insegneranno la sottile arte della calligrafia. Fu a qui che incontrò uno dei più grandi e controversi maestri del te del periodo Momoyama, Se no Rikyu. Uno dei suoi più grandi capolavori sono i due paraventi, nella foto è rappresentato solo uno, quello di sinistra, in cui vengono raffigurati dei pini nella nebbia. Da notare la maestria con cui vengono resi i pini, esili, slanciati verso l'alto. Con una sola pennellata, dall'alto verso il basso, sono disegnati i tronchi mentre gli aghi sono rappresentati da pennellate dette "a vortice". I pini sullo sfondo sono resi con inchiostro nero diluito. Osservate il primo di sinistra, appena accennato. Esso da a questo capolavoro monocromo un senso di dinamicità, la nebbia sembra quasi muoversi sospinta da un vento invisibile. Notato nulla di insolito ? E la nebbia ? Essa non è dipinta. Il colore giallastro non è altro che il colore naturale della carta. A guardarli si direbbe che il tempo si sia fermato e che il vuoto tra un pino e l'altro, non disegnato ne colorato, sembra riempito dalla bruma. Con semplici pennellate è stato reso un tema molto caro al buddismo zen: il vuoto. L'opera, considerata tesoro nazionale, è conservata al Tokio National Museum.

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