venerdì 6 novembre 2009

IL GIAPPONE IN ITALIA

Sul finire dell'ottocento e agli inizi del novecento, alle "turcherie" dell'epoca barocca, si sostituirono le "nipponerie".
Nel 1639, in pieno periodo Edo, il giappone si chiuse all'occidente. Furono proibiti gli sbarchi delle flotte olandesi e inglesi in tutti i porti nipponici, dando così il via al sakoku ovvero al "paese chiuso". Questo isolamento volontario durerà circa due secoli e mezzo, fino al 1854, quando gli americano instaurarono un contratto commerciale con il Sol Levante. Pochi anni più tardi, nel 1868, venne instaurata la dinastia Meiji e il giappone subì una serie di trasformazioni che lo portò alla modernizzazione di ogni aspetto della vita sociale e a intensi scambi culturali con l'Europa. Se da una parte artisti, scrittori e compositori andranno a studiare all'estero (soprattutto a Parigi, Vienna e Berlino) dall'altra i paesi europei vennero attratti dal Giappone che fino ad allora era loro precluso e solo idealizzato.
Nel 1904 in Italia la casa editrice Hoepli pubblica il primo manuale di lingua giapponese mentre nel 1905 uno scrittore giapponese, Matsume Soseki, scrive il romanzo "Io sono un gatto" di chiara ispirazione occidentale.
É proprio all'inizio del secolo che nella lingua italiana entrano vocaboli di origine giapponese come sakè, harahiri, geisha, ecc.
In campo musicale due grandi compositori, anche se in maniera diversa, si cimentarono nella scrittura di partiture di opere di chiara ispirazione nipponica.
Nel 1904 Giacomo Puccini comporrà la famosa Madame Butterfly, una delle opere più amate dagli italiani e non solo. In essa lo stesso Puccini utilizzerà arie originali giapponesi che donerà all'opera una certa drammaticità e un aspetto "esotico" che tanto era di moda a quei tempi.
Pochi anni prima, nel 1898, un'altro compositore si cimenterà con un'opera "esotica". É Iris di Pietro Mascagni. Spinto da Illica, librettista anche di Puccini, a scrivere su un tema nipponico, Mascagni si recherà a Firenze per vedere e studiare gli strumenti musicali che verrano poi utilizzati nel corso dell'opera.

Breve Trama di Iris: la storia è ambientata a Kyoto in un tempo imprecisato.
Iris è una giovane ragazzina che si occupa a tempo pieno della casa e di suo padre ormai anziano e cieco. Durante la cura quotidiana del giardino viene osservata di nascosto da Osaka e da Kyoto i quali, ammaliati dalla bellezza sensuale della giovane, escogitano un piano per rapirla.
I due mettono in scena un teatrino di pupi durante la cui rappresentazione stordiscono e rapiscono Iris. Il padre non più sentendola parlare la cerca in ogni dove ma all'interno della casa troverà solo un piccolo sacchetto di monete.
Irisi viene condotta nel quartiere di Yoshiwara, un luogo di perdizione e di bordelli. Osaka cerca inutilmente di sedurla ma Iris resiste con la sua semplicità. Viene quindi esposta in una casa di piacere dove il padre la troverà e, fraitendendo il tutto (pensava infatti che la figlia se ne fosse andata si sua spontanea volontà), la ripuderà e la esporrà alla pubblica vergogna. A Iris non rimarrà altra scelta che di gettarsi nel baratro posto proprio dietro casa.

Di seguito vi posto alcune scene tratte da quest'opera.

La prima è la grande e maestosa sinfonia che apre e chiude l'opera. É "l'inno al sole" in cui si canta la luce e il calore solare quale dono di vita per tutte le creature. Chissà che ascoltandola non smetta di piovere !


Il secono brano che vi propono è la dolce serenata chiamata anche "canzone di Ior" ovvero "Apri la tua finestra". Notate l'accompagnamento eseguito con il koto, strumento appartenente al gruppo delle cetre ma molto somigliante a un'arpa orrizontale. il tenore è Yoshihisa Yamaji nella parte di Osaka.


Il terzo brano, per accontenare la mia amica a cui piace la voce di soprano, eccovi l'aria "In pure stille".
Soprano è Miwako Matsumoto nella parte Iris .

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