venerdì 13 novembre 2009

UN PO' DI TÉ ?

Siete raffreddati o volete semplicemente prendervi una pausa, magari con qualche amico/a ?
Quello che vi ci vuole è una tazza di tè fumante. Se entrate in un bar sicuramente vi daranno una tazza piena d'acqua calda, una bustina e una fetta di limone, nei locali più raffinati vi serviranno l'acqua in una teiera e a parte qualche dolcetto. Se siete in Inghilterra ve lo serviranno con il latte (a meno che non lo richiedete specificatamente con il limone, "with lemone, please !"). Il latte serve per attenuare il gusto amaro. In Spagna guai a voi se lo chiedete freddo, ve lo serviranno caldo con qualche cubetto di ghiaccio. E in Giappone ?
Qui la cosa si complica, il tèe non è solo una bevanda ma una autentica cerimonia.
La bevanda più amata dagli inglesi è ricavata dalle foglie di una pianta, Camelia sinensis. A seconda del grado di raccolta si ottengono vari tipi di tè, verde, nero, ecc. Nel 1800, quando l'Inghilterra prese l'abitudine di importare le foglie dalle sue colonie, principalmente dall'India e dall'isola di Ceylon (oggi Sri Lanka), le casse spesso marcivano insieme al loro contenuto (il viaggio per mare era molto lungo e le stive anche molto umide). Per limitare i danni ma soprattutto per vendere il raccolto andato a male o di scarsa qualità si prese l'abitudine di mescolare le foglie di Camelia con fiori, frutti o foglie di altre piante profumate. Nacque così, da una semplice adulterazione, il tè aromatico.
Verso la fine del 1100, dalla Cina la bevanda venne introdotta in Giappone dove ebbe un notevole successo. Furono i buddisti a introdurlo, in varie riprese, nel paese. I monaci lo utilizzavano poiché li aiutava nella concentrazione e nella meditazione. Il suo alto tenore di teina, una molecola affine alla caffeina, gli conferisce un'azione eccitante.
Fu Sen No Rikyuu (1520-1591) il più celebre maestro del tè. Codifico l'intero rituale di questa cerimonia. Egli sosteneva che tanto chi serviva tanto chi beveva dovessero essere un tutto con l'acqua calda, con le foglie e con la tazza. I gesti, come vederete, non sono mai affrettati ma calmi e rigorosamente precisi. Durante la cerimonia vanno rispettati i quattro principi fondamentali: armonia, purezza, rispetto e serenità. Per questo motivo Se No Rikiuu non si limitò alla mera cerimonia ma suggerì anche un ambiente adatto alla stessa.


Prima di vedere il video eccovi alcuni termini giapponesi:
Sado: è la Via de Tè;
Chanoyu: letteralmente "acqua calda per il tè" indica la cerimonia;
Matcha: è il tè vero e proprio, non si presenta sminuzzato, come da noi, ma sottoforma di una polvere finissima di colore verde smeraldo.
Hishaku: è il mestolo per prelevare l'acqua calda dal bollitore.
Chashaku: è il cucchiaino per prelevare il tè. Secondo la tradizione deve essere prodotto utilizzando un unico pezzo di bambù. A circa metà della sua lunghezza deve essere posto il nodo. (Il bambù è una graminacea e come tutte le graminaceae essa si sviluppa in nodi e internodi: da ogni nodo spuntano le foglie. Per avere una visione di come è fatto un bambù basta osservare una spiga di grano che possiede una struttura simile anche se ridotta). Spesso lo chashaku possiede uno stile proprio del maestro che lo rende facilmente indentificabile e inconfondibile.
Chaire: è il contenitore per le foglie di tè. I più antichi sono avvolti nello shifuku, pezzi di stoffa che ricchiudevano lo chaire amò di sacchettino con tanto di cordoncino con un complicato sistema di legatura;
Chasen: è il frullino di bambù il cui scopo è quello di mescolare la bevanda;
Tetsubin: è la teiera;
Chawan: è la tazza da tè. Spesso è una vera e propria opera d'arte tramandata di generazione in generazione. Se possiede delle decorazione all'interno essa va offerta con le stesse rivolte verso l'ospite. Una volta bevuto il tè, bisogna porgere la tazza al maestro che provvederà a pulirla.



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