venerdì 8 gennaio 2010

LE VIOLE

LE VIOLE






 A sinistra Viola tricolor










Famiglia Violaceae
Nomi botanici:
Viola mammola: Viola odorata var. odorata
Viola bianca: Viola odorata var. alba
Viola del pensiero: Viola tricolor

Descrizione: la viola mammola è una pianta alta 5-10 cm, con stoloni procombenti che radicano all’apice, foglie a rosetta basale, senza fusto aereo; foglie cuoriformi, con stipole lanceolate-ovali, brevemente frangiate e larghe 4-5 mm; fiori profumati; corolla viola scuro , raramente bianca o rosa; sperone diritto di uguale colore; sepali ottusi; fioritura da marzo ad aprile.
La viola del pensiero è una pianta alta 10-40 cm; foglie cuoriformi, dentate; stipole pennate, con lobi mediani lanceolati; corolla più lunga del calice, blu, viola e gialla; sperone circa il doppio in lunghezza delle appendici dei sepali.

Etimologia: il nome del genere “Viola”è lo stesso dato dai latini per indicare sia la pianta che il colore. Il termine “odorata” significa “profumata” mentre la parola “tricolor” indica che il fiore è di “di tre colori”.
Il termine “mammola” deriva dal latino “mammolam” ed è un diminutivo di “mamma”. I latini con questa parola indicavano le fanciulle non ancora sposate.

Curiosità: un antico mito greco racconta che un tempo sul lago di Lerna viveva una ninfa bellissima di nome Io. Zeus la vide e se ne innamorò. La avvolse in una nebbia fittissima per mascherare l’incontro agli umani. Giunone, la moglie di Zeus, venuta a sapere della tresca tra suo marito e la ninfa, cercò di sorprenderlo sul fatto. Ordinò ai venti di alzarsi e alla nebbia di dissiparsi ma Zeus, più furbo e scaltro, fiutando il pericolo, trasformò la ninfa in una giumenta bianca, ingannando la moglie. La povera Io era disperata: lei ninfa bellissima tramutata in un ruminante ! L’erba dei prati proprio non la digeriva ! Meglio allora morire di fame ! Zeus, accortosi del rapido dimagrimento, creò per lei un cibo più adatto e dalla terra fece spuntare le viole che ancora oggi portano il nome della ninfa. (In greco “viola” è chiamata “Ion”).

Secondo un altro mito Attis, un eroe greco, era perdutamente innamorato di Atta, figlia del re Mida di Pessinonte. La gelosissima dea Agdistis impedì il matrimonio tra i due facendo impazzire Attis. L’eroe, a causa della sua follia, si evirò sotto un pino e morì. Dal suo sangue nacquero le viole. Proprio in memoria di Attis, a Roma, il 22 marzo venivano celebrate le Tristia, conosciute anche come dies Violae (i giorni delle viole). In questi giorni si portava in processione un tronco di pino ricoperto da ghirlande di viole.

Tornando ai giorni nostri pochi sanno che la viola era il fiore preferito di Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi. Al suo primo incontro con la sua prima moglie, Josephine Beauharnais, lui le regalò un mazzolino di viole. Anche la sua seconda moglie, l‘arciduchessa Maria Luigia d’Austria, era perdutamente innamorata di questo fiore, tanto che non vi è ritratto in cui non compaia almeno uno di questi fiori.
Le sua preferita era la Violetta di Parma, ovvero una varietà di viola mammola dal fiore pallido e doppio e dal profumo più intenso. Ancora oggi è utilizzata per produrre l’olio essenziale di viola. Il profumo di viola ha una particolarità: è un anestetico dell’olfatto. Se provate ad annusare un mazzolino di viole noterete che dopo un certo tempo il loro profumo si attenuerà fino a scomparire, e con esso anche tutti gli altri profumi. Per questo motivo l’essenza di viola è adatta per profumare gli ambienti.
Le viole, da secoli, vengono utilizzate in erboristeria (solo i fiori), come analgesico, contro la tosse, varie affezioni respiratorie, contro alcune dermatiti e malattie della pelle e come blando diuretico. Le radici hanno proprietà emetiche (provocano il vomito). Nel medioevo i fiori erano un ingrediente esenziale per i filtri d’amore: si pensava che bastasse portare con sé le prime viole fiorite, per fare perdere la testa alla propria innamorata. Contro il mal di testa si credeva che fosse sufficiente portare sul capo una corona di questi fiori. I fiori di viola sono commestibili tanto che gli inglese la chiamano “Sweet Violet” (trad.: Violetta dolce). Perché quindi non assaggiarla mordendone lo sperone ? Perché non provarla in insalata o assaggiarla candita ?



 A destra Viola odorata var. alba




Dove si trova
Se la Viola Mammola è facilmente osservabile in natura, Viola tricolor è più difficoltosa da vedere. Per trovarla recatevi in un campo di grano già mietuto e osservate attentamente a terra.

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