giovedì 18 marzo 2010

MATILDE, ANSELMO E IL GRAAL

Oggi, 18 marzo, è il patrono di Mantova, Sant'Anselmo di Lucca (1035-1086). Nato a Milano, fù il nipote di papa Alessandro II. Nel 1073 fu eletto a vescovo di Lucca ma egli rifiutò poichè non voleva ricevere nessuna regalia dall'imperatore Enrico III. Accettò solamente su insetenza del papa l'anno successivo ma nella citàà di Lucca non riuscì mai a metterci piede. Delegato pontifico per la Lombardia, che in quel periodo comprendeva anche parte del Piemonte e del Veneto, visse a Mantova per soli 3 anni. Fu in quel periodo che conobbe la donna più potente del periodo e ne divenne suo consagliere spirituale, la Grancontessa e Regina d'Italia, Matilde di Canossa (o come amava firmarsi, Matilde Deo Gratia).
 Esiliato dal 1081, trovò rifugio nell'abazzia del Polirone a San Benedetto Po, abazzia fatta e voluta da Taddeo, il nonno di Matilde. Fervido teologo, volle sempre separare il potere temporale, rappresentato dall'imperatore, da quello spirituale. Fu lui il primo a metter ordine nel codice canonico. Morto nel 1086 fu la stessa Matilde che lo volle deporre sotto l'altare maggiore della cattedrale di Mantova che ora porta il suo nome.
Ma che centra Anselmo con il graal ? Per scoprirlo doppiamo fare un passo indietro di alcuni secoli.
 Nel 37 d.c.un centurione romano di nome Longino trafigge il costato di Cristo. Alcune gocce di sangue cadono sugli occhi da tempo malati e Longino ne viene guarito. Si converte al crsitianesimo e fugge verso l'Italia. Proprio a Mantova viene martirizzato e sepolto nei pressi del tempio di Diana. Passa il tempo e la sua sepoltura diventa un ricordo. Nel 804 Sant'Andrea appare in sogno a un mendicante e gli ordina di scavare nell'orto del convento di Santa Magdalena. E lì vengono ritrovate le ossa di Longino e una piccola teca di piombo contenente terriccio misto a sangue. Nel 973 il sangue viene suddiviso in due porzioni e nascoste in località ignota come prevenzione contro l'invasione ussara. Nel 1048 ancora una volta Sant'Andrea appare in sogno a un mendicante cieco e la preziosa reliquia viene ritrovata. La tradizione vuole che Bonifacio il Crudele, duca di Mantova e sua moglie Beatrice siano presenti al ritrovamento. La leggenda vuole  che sia presente anche un giovanissimo Anselmo insieme allo zio papa, ma di questo non siamo sicuri. Nel 1472 le reliquie vengono poste nella cripta sotto l'altare maggiore della cattedrale di Sant'Andrea. La chiesa voluta dai Gonzaga è su disegno di Leon Battista Alberti mentre le urne vengono forgiate in oro su disegno del Bernini. Nel 1848 alcuni soldati austro-ungarici trafugano una parte delle reliquie di cui fino a ora nulla sappiamo. L'imperatore Francesco Giuseppe volle riparare al sacrilegio e donò a Mantova due nuove urne in oro in cui trasferire ciò che era sopravissuto e che era stato opportunamente porzionato.
Per tutto il medioevo i sacri vasi furono molto ambiti da imperatori e papi tanto che vennero donate due porzioni: una a Carlo Magno (ora conservata nella Sacra Cappella a Parigi) e l'altra all'imperatore Enrico III (conservata a Weingarten in Germania).
Normalmente i Sacri Vasi non sono visibili e non sono esposti al pubblico tranne che nella giornata del Venerdì Santo, quando, con l'intervento di dodici chiavi, viene da prima aperta la teca protettiva e poi portati in processione per la città di Mantova. Se volete quindi vederli affrettatevi !!!


 

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